Mentre mancano poco più di dieci giorni al d-day della Brexit, restano ancora numerosi gli interrogativi sul divorzio tra Bruxelles e Londra. Tra i nodi da sciogliere quello sulle regole commerciali. Il cancelliere dello scacchiere, Sajid Javid, pochi giorni fa è stato chiaro su questo punto: l’impatto sarà inevitabile, che “non ci sarà nessun allineamento con le regole Ue” e le aziende nel Regno Unito “dovranno adattarsi alle nuove misure”.
Sembra dunque sempre più chiara la strategia di Londra di voler giocare i propri interessi su scala mondiale in modo indipendente, liberandosi una volta per tutte da un progetto, quello europeo, che considera non solo un ostacolo sul fronte della crescita ma che ritiene anche fallito a livello politico.
Subito dopo il divorzio, Londra inizierà dunque un’intensa fase di negoziati per raggiungere con accordi commerciali e finanziari con tutto il Commonwealth, ma anche con i maggiori player asiatici, il Giappone, la Corea del Sud, la Cina in testa.
Johnson parlerà alla nazione il prossimo 31 gennaio
Quello del commercio è soltanto uno dei temi che riemerge a punteggiare la costellazione che e’ il ‘work in progress’ della scelta britannica di lasciare l’Unione europea, mentre si guarda alla scadenza del 31 gennaio per cui l’unica certezza sembra essere il delinearsi di una scaletta precisa di celebrazioni volute dal primo ministro Boris Johnson: il premier intende parlare alla nazione e, nella serata del 31, terra’ un discorso “speciale” per segnare il passaggio storico.
Questo mentre sulla facciata di Downing Street verrà proiettato un enorme orologio per scandire il countdown fino alle 23 locali (mezzanotte a Bruxelles), in mancanza del rintocco del Big Ben che tanto avrebbe fatto piacere a Boris, ma che e’ stato al momento bloccato per motivi di costi.
Le prossime tappe
Oltre a stipulare nuovi accordi commerciali con le aree economiche più rilevanti del pianeta, la Gran Bretagna, come in ogni divorzio che si rispetti, si appresta a definire anche gli accordi di separazione con Bruxelles. Dal primo febbraio si considererà aperto il secondo capitolo di questo passaggio senza precedenti nella storia dell’integrazione europea: i 27 si preparano alla seconda fase dei negoziati con Londra sulle relazioni future fra Regno Unito e Ue, mentre si entrerà nel periodo di transizione, fino al 31 dicembre 2020, in cui i britannici continueranno ad applicare le regole europee. Se nessun accordo commerciale è stato concordato e ratificato entro la fine dell’anno, il Regno Unito deve affrontare la prospettiva di eventuali tariffe sulle esportazioni verso l’UE.