L’importanza delle tecnologie digitali in ambito assicurativo è destinata ad aumentare, come testimonia la recente acquisizione della società insurtech Assurance IQ da parte di Prudential per 2,35 miliardi di dollari. I processi veloci ed automatizzati renderanno, con ogni probabilità, più accessibili le assicurazioni per nuove fasce di clienti e più facile il processo dei sinistri da parte delle società. L’intelligenza artificiale, ad esempio, potrà stimare il valore di un danno all’automobile semplicemente valutando una fotografia inviata dal cliente.
In Italia una delle esperienze più rilevanti è costituita da Prima.it, una compagnia assicurativa nativa digitale specializzata in polizze auto. Il progetto vanta 500mila utenti attivi e un milione di polizze stipulate; numeri che hanno in qualche modo sollevato l’interesse da parte di grossi investitori come Goldman Sachs e Blackstone. In Italia altri nomi importanti sono Yolo (fondata nel 2017) e Neosurance (nata nel 2016).
Secondo i dati dell’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano è però il settore salute e benessere quello che raggruppa il maggior numero di società assicurative digitali: il 29% delle società censite è attiva in questo ambito. Seguono il settori Trasporti (26%) e General (25%), Teconologie trasversali (23%) e Real Estate (20%).
Polizze acquistate online, a che punto è l’Italia
Al momento dichiarano di aver acquistato una polizza online il 14% degli italiani, sempre secondo l’Osservatorio PoliMi, con una netta prevalenza di chi ha scelto questa opzione per l’auto (86%). Il 20% degli intervistati, al tempo stesso, si è detto disponibile a considerare un’assicurazione online per l’anno attualmente in corso.
La maggioranza assoluta degli italiani, però, resta largamente indifferente a quest’opportunità: il 66%, infatti, si sente già soddisfatto con le assicurazioni tradizionali o non nutre sufficiente fiducia nel canale online.
Secondo il direttore dell’Osservatorio Insurtech, Filippo Renga, è “impensabile” che i due mondi, quello tradizionale e quello digitale, siano destinati a rimanere impermeabili l’uno all’altro per molto tempo. Neanche gli attori più grandi e consolidati del panorama odierno, ha detto Renga in un’intervista rilasciata a Wall Street Italia e pubblicata nel numero di gennaio, possono affrontare da soli tutti i cambiamenti imposti dall’innovazione digitale. Il futuro, quindi, sarà nella collaborazione fra queste due realtà.
Per ulteriori approfondimenti si rinvia al Dossier “Vivere sicuri” pubblicato sul magazine Wall Street Italia di gennaio 2020.