di Kiran Nandra (Pictet)

Coronavirus: cosa si sa e quale può essere il suo impatto sui mercati finanziari

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Nonostante le altissime probabilità che qualsiasi cosa detta nella carta stampata oggi sia irrilevante, errata e superata dagli eventi entro domani, ecco cosa si sa al momento sul nuovo Coronavirus che è al centro dell’epidemia in Cina.

Che cos’è un coronavirus e come confrontarlo con altri?

I coronavirus si trovano in genere in animali diversi dall’uomo, come i pipistrelli e i cammelli. Allo stato attuale si conoscono sette coronavirus che sono stati in grado di infettare l’essere umano. Quattro di questi sono endemici nella popolazione umana e sono associati ai sintomi del “raffreddore comune”.

Altri due coronavirus che hanno infettato l’uomo sono responsabili della SARS nel 2003 (Sindrome respiratoria acuta grave) e della MERS nel 2012 (Sindrome respiratoria mediorientale). A differenza delle altre quattro, sia la SARS che la MERS avevano un alto tasso di mortalità delle persone per cui è stato confermato che avessero contratto la SARS,  circa il 10% morì; per la MERS, il tasso di mortalità è stato di circa il 30%. Sembra che la SARS si sia “esaurita” e dal 2005 non sono stati più segnalati casi. Continua invece a esserci qualche caso occasionale di MERS, ma sono molto rari.

L’ultimo coronavirus è noto come 2019-nCoV o “influenza di Wuhan”. Per il momento, sembra avere un tasso di mortalità molto più basso rispetto a MERS o SARS, prossimo al 3%, ma, con elevata probabilità, si tratta di un dato destinato a salire col tempo. Si stima che il 2019-nCoV abbia un tasso riproduttivo effettivo di circa 2,5. Ciò significa che ogni persona infetta infetterà, in media, altre 2,5 persone.
Per un’epidemia autosufficiente, il tasso di riproduzione effettiva deve essere superiore a 1. Si stima che sia la SARS che la MERS abbiano avuto un tasso riproduttivo simile, tra 2 e 3. Quindi, questo significa che dovremmo aspettarci un’epidemia breve, seppur acuta, e ben contenuta, come abbiamo visto con SARS e MERS?

Potrebbe darsi di no. Ci sono ragioni specifiche per cui SARS e MERS erano contenibili.

In primo luogo, i tassi di riproduzione sia per la SARS che per la MERS sono stati significativamente distorti da alcuni “super-contaminatori”, vale a dire pazienti che hanno costituito il punto di infezione per un numero molto elevato di persone. La maggior parte dei malati ha infettato pochissime persone, o addirittura zero.

In secondo luogo, sia nella SARS che nella MERS, i pazienti che non presentavano sintomi non erano contagiosi. Non sorprende che la maggior parte delle infezioni nella SARS e nella MERS si siano verificate negli ospedali.

Infine, il fatto che i pazienti fossero contagiosi solo quando presentavano sintomi significava che misure relativamente semplici potevano aiutare a contenere la diffusione della malattia: dispositivi di protezione per il personale medico, in particolare durante l’esecuzione di procedure che avevano un’alta probabilità di generare spray aerosol dai polmoni di un paziente (come l’intubazione); screening e quarantena di passeggeri febbricitanti nei loro spostamenti in aereo (per esempio, l’aeroporto di Haneda ha un punto di controllo in cui le telecamere a infrarossi controllano la temperatura dei passeggeri in arrivo).

Per il 2019-nCoV, finora non ci sono prove che suggeriscano che ci siano super-spargitori responsabili della crescita del numero dei malati. Inoltre, ad oggi sembra che le persone con 2019-nCoV siano contagiose anche quando non mostrano sintomi. Se entrambe queste conclusioni preliminari si dimostreranno corrette, sarà molto difficile controllare la continua diffusione dell’epidemia anche con le misure draconiane messe in atto dalle autorità cinesi.

Quale sarà l’impatto?

Difficile dirlo. Il virus 2019-nCoV sembra diffondersi più velocemente rispetto all’influenza stagionale normale (tasso riproduttivo di circa 1,2) o alle influenze pandemiche classiche (- tasso riproduttivo medio di circa 1,8). Ciò significa che esiste una ragionevole possibilità che 2019nCoV diventerà una pandemia.

Dato il gran numero di incertezze sull’epidemiologia del 2019-nCoV, è difficile determinare con precisione quale sarà l’impatto finale. Tuttavia, facendo un confronto con altre influenze pandemiche è possibile delineare uno scenario.

Durante l’epidemia di SARS, per esempio, i viaggi aerei tra Hong Kong e la Cina sono diminuiti del 75% e le vendite al dettaglio sono diminuite del 15% per l’intera Cina.

I sondaggi sulle famiglie in Cina dopo la SARS hanno indicato che nel secondo trimestre del 2003, la SARS ha causato un calo del reddito disponibile delle famiglie di oltre il 20% (malattia, assenteismo, aumento della spesa per la prevenzione e l’assistenza sanitaria). Tuttavia, nonostante questo forte calo duranti il picco della diffusione della SARS, durato in realtà solo pochi mesi, l’economia cinese è rimbalzata rapidamente nei trimestri successivi con un impatto complessivo stimato dell’1% sul PIL cinese.

Quanto è probabile una pandemia?

Al momento, è impossibile dirlo. Ci sono tre domande critiche:

  • la velocità di riproduzione: rimarrà intorno a 2,5 via via che si accumulano i dati?
  • il ruolo dei super-diffusori: saranno rilevanti anche per il 2019-nCoV, come fu per la SARS e la MERS?
  • quanto è il periodo di incubazione per il virus 2019-nCoV, quanto contagiosi sono i pazienti asintomatici e per quanto tempo?

Anche qualora le preoccupazioni epidemiologiche fossero eccessive, sembra sempre più probabile che il virus 2019-nCoV avrà un impatto maggiore della SARS. La diffusione dell’epidemia in concomitanza con il capodanno lunare (capodanno cinese) è sfortunata. L’impatto sulla spesa e sui consumi del periodo è già drammatico. I viaggi sono diminuiti del 29% rispetto al primo giorno dello scorso anno lunare . I cinema sono stati per lo più chiusi e gli incassi al botteghino sono scesi del 99%.

Sebbene le autorità cinesi debbano essere elogiate per la velocità della loro risposta (rispetto alla SARS) con l’isolamento di 15 città nella provincia di Hubei – che rappresentano una popolazione totale delle dimensioni del Regno Unito – e un’estensione delle vacanze di Capodanno, il rovescio della medaglia è che c’è il rischio che una parte significativa della forza lavoro cinese sarà bloccata lontana dal luogo di lavoro al rientro dalla pausa del nuovo anno, una grande parte di loro potrebbe essere malata e l’interruzione della produzione sarà più lunga.

Questo non sarà solo un problema locale cinese. Con la maggiore integrazione della Cina nelle catene di approvvigionamento globali – in particolare nel settore tecnologico – e l’importanza accresciuta dei consumi cinesi sia in Cina (in% del PIL) sia a livello globale rispetto al 2003, l’impatto sarà molto più ampio. Una brutta notizia per l’economia globale che deve già affrontare i problemi legati alle tensioni commerciali.

Considerazioni sugli investimenti nelle azioni dei Paesi emergenti

Il nostro punto di vista finale è che la situazione è prevista in peggioramento sul fronte epidemico, ma che l’impatto dell’epidemia sarà transitorio e, analogamente all’epidemia di SARS del 2003, potrebbe offrire un’opportunità di acquisto poiché la narrativa sui consumatori asiatici nel lungo termine rimane intatta, offrendo agli investitori un forte mix di opportunità strutturali con recuperi ciclici. In caso di forti vendite nel breve termine su titoli specifici, le considereremo come opportunità di acquisto, che verranno comunque rigorosamente valutate sulla base della nostra filosofia di investimento (riteniamo che un’azienda debba essere valutata sulla sua capacità di generare flussi di cassa robusti e sostenibili indipendentemente dagli utili, che possono essere manipolati).

Indipendentemente da ciò, prima di arrivare a individuare vere opportunità di acquisto, dobbiamo arrivare al punto in cui c’è una stabilizzazione nei casi della malattia. Infatti, se prendiamo a confronto la SARS del 2003, gli indici hanno toccato il fondo quando il numero di nuovi casi si è stabilizzato:

 

Dato che ci troviamo nelle fasi iniziali e ancora regna l’incertezza, riteniamo ci sia ancora del tempo per assistere ad una stabilizzazione e cogliere le opportunità sul mercato. Tuttavia, stiamo seguendo da vicino la situazione. Prevediamo che il settore della salute sia, ovviamente, il principale beneficiario, ma anche settori più difensivi come i servizi di pubblica utilità o l’energia dovrebbero trarre vantaggio della situazione. Dall’altro lato, i settori messi a dura prova dovrebbero probabilmente essere correlati ai consumi / viaggi.

Non abbiamo apportato modifiche di posizionamento ai portafogli, ma continuiamo a vigilare sull’evoluzione della situazione.