È la più grande riforma delle assicurazioni auto da oltre un decennio, cioè da quando è stata approvata la legge Bersani, e consentirà significativi risparmi. Eppure gli italiani, a pochi giorni dall’entrata in vigore, ovvero il 16 febbraio, si dicono poco informati o non intenzionati ad adottarla.
Come funziona
Con l’entrata in vigore della riforma, le famiglie italiane potranno beneficiare della fascia assicurativa più bassa fra tutti i veicoli, non necessariamente della stessa tipologia, di proprietà del nucleo familiare.
Il codice delle assicurazioni già prevedeva che nelle famiglie si potesse acquisire per la stessa tipologia di veicolo, la classe di merito più favorevole rispetto a quella dell’ultimo attestato di rischio conseguito sul veicolo già assicurato.
Ora la possibilità viene estesa ai casi di rinnovo di contratti già stipulati, a patto però che non ci siano stati incidenti “con responsabilità esclusiva o principale o paritaria negli ultimi 5 anni”.
Novità rispetto alla Legge Bersani
Come ricorda Altroconsumo, normalmente, quando si stipula un nuovo contratto di assicurazione, la classe d’ingresso “standard” assegnata è la CU 14 e questo corrisponde anche a un premio più elevato. Allora come sfruttare i benefici previsti dalla Legge Bersani, ora ampliata dal decreto fiscale?
Per fare in modo che questa regola venga applicata, sono necessarie alcune condizioni. Mentre prima delle modifiche introdotte dal decreto fiscale erano esclusi tutti i casi di rinnovo, ora si potrà usufruire della classe più favorevole anche in caso di rinnovo, purché in assenza di sinistri con responsabilità esclusiva, principale o paritaria negli ultimi cinque anni.
Il veicolo, inoltre, non deve più essere della stessa tipologia di quello di cui vogliamo utilizzare l’attestato di rischio (ed ereditare, di conseguenza, anche la classe di merito) come in precedenza: quindi è valido anche ad esempio nei casi auto-moto.
Ci sono delle condizioni da rispettare anche per quanto riguarda il proprietario e che non hanno subito variazioni con il decreto fiscale: deve essere un suo familiare stabilmente convivente.
Nel caso di padre e figlio che vivono insieme, quindi, un’ipotetica nuova auto acquistata dal figlio potrà essere assicurata usufruendo della classe di merito del padre, ma solo se i due vivono stabilmente sotto lo stesso tetto. Le regole non vengono applicate nel caso in cui l’attestato di rischio sia intestato a una persona giuridica, come nel caso di auto aziendali o intestate a una società.
A quanto ammontano i risparmi
Secondo i dati recenti dell’Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni), nel 2018 l’assicurazione Rc Auto è costata agli italiani una media di 333 euro.
Complessivamente le polizze pagate hanno avuto un valore di 10,6 miliardi di euro, con un incremento dell’1% rispetto al 2017. Dopo l’approvazione dell’emendamento, Facile.it ha voluto realizzare alcune simulazioni per capire quanto potrebbe risparmiare una famiglia media. E ha scoperto che, in alcuni casi, la spesa totale per le assicurazioni potrebbe diminuire addirittura del 53%.
Lo ha fatto considerando una famiglia composta da 4 membri che assicura 2 automobili e due 2 scooter. La simulazione è stata realizzata su tre città campione: Milano (risparmi fino al 48%), Firenze (circa mille euro l’anno) e Bologna (810 euro).