A cura di Antonio Di Dalmazi, Private Banker di Chieti
Ognuno di noi ha dei risparmi. Non importa se siano pochi o tanti, ma di una cosa siamo certi: hanno un grandissimo valore perché costituiscono il frutto del nostro duro lavoro, dei sacrifici dei nostri genitori o di rinunce pesanti e di sforzi economici a volte immani. Il risparmio è quel piccolo tesoro che teniamo da parte per i tempi più bui, per realizzare i nostri sogni o, semplicemente, per soddisfare i nostri bisogni; è per ognuno di noi un bene preziosissimo e va anzitutto protetto. Gli italiani, si sa, sono un popolo di risparmiatori…ma quanto sono capaci di amministrare i propri risparmi?
Analizzando i dati di una recente ricerca di Euler Hermes, si può notare come la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane sia cresciuta molto meno rispetto a quella delle famiglie europee che, pur risparmiando meno, hanno investito meglio. A partire dal 2003 il rendimento medio a 15 anni di un portafoglio in Italia è stato di circa il 24%, contro, ad esempio, il 71% della Germania, il 72% della Spagna ed il 121% della Finlandia. La domanda successiva allora sarà: siamo in grado di prenderci cura da soli dei nostri risparmi?
La risposta arriva dalla ricerca “New evidence on the value of financial advice” del professore canadese Jon Cockerline, Ph.D. (2012). Il documento, che tiene conto dell’influenza di quasi 50 variabili socio-economiche e demografiche, fornisce evidenti prove che la consulenza ha un impatto positivo e significativo sulle attività finanziarie. Sulla base di questi risultati, i ricercatori hanno concluso che la presenza costante ed attiva di un consulente finanziario nelle scelte di investimento aumenta la nostra ricchezza con un moltiplicatore che sale al crescere del tempo. E questo perché l’attività di consulenza induce le persone a tenere comportamenti virtuosi come, ad esempio, una maggiore capacità di risparmio e di organizzare le priorità di indebitamento, protezione, previdenza ed investimento. In particolare l’effetto positivo della consulenza sull’accumulazione della ricchezza non si valuta solo dalla performance degli attivi, ma da una serie di indicatori quali la maggiore disciplina di risparmio, la raccomandazione degli strumenti più adatti alle esigenze dei propri clienti, l’ottimizzazione e l’efficienza fiscale e la corretta gestione delle proprie risorse economiche attraverso programmi e obiettivi di pianificazione. I risultati della ricerca hanno dimostrato come il moltiplicatore di ricchezza cresca di pari passo con gli anni di consulenza fruita passando da 1.58 fino ai primi 4 anni di rapporto ad addirittura 2.73 dopo il 15° anno, escludendo le performance ottenute dai singoli strumenti finanziari e dai mercati. In altri termini, a parità di condizioni, le famiglie seguite da un consulente finanziario possono accumulare fino al 173% di ricchezza in più rispetto a quelle che decidono di non rivolgersi ad un professionista.
In conclusione: vale la pena farsi seguire da un bravo consulente finanziario? La risposta non può essere che si: affidare i propri risparmi ad un professionista competente che è in grado di ascoltare i vostri bisogni, sensibile alle vostre esigenze e capace di aiutarvi a pianificare gli investimenti più adatti alla vostra situazione nel migliore dei modi, aggiunge valore economico (e non solo) alla vostra vita. Ognuno di noi ha esigenze diverse ed è compito del consulente finanziario saperle recepire e trasformarle in soluzioni personalizzate, proprio come un sarto che cuce addosso al cliente un vestito su misura; perché adottare una valida ed efficace pianificazione finanziaria significa progettare il proprio futuro.
Questo articolo fa parte di una rubrica di Wall Street Italia dedicata ai consulenti finanziari che vogliono raccontare le loro esperienze e iniziative professionali. Se siete interessati a pubblicare una vostra storia scriveteci a: social.brown@triboo.it
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