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Usa, Sanders sorpassa per la prima volta Biden nei sondaggi

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Una missione che fino a qualche mese fa sembrava impossibile sta prendendo corpo con forza nell’opinione pubblica americana: Bernie Sanders, il candidato radicale che ha promesso forti redistribuzioni fiscali e un servizio sanitario davvero universale, ha superato il volto moderato ed esperto rappresentato dall’ex vicepresidente Usa, Joe Biden. Secondo la media dei sondaggi elaborata giorno per giorno da RealClear Politics il sorpasso è avvenuto lunedì 10 febbraio e si sta ampliando a gran velocità conferendo a Sanders un vantaggio, su scala nazionale, di 4,4 punti sul rivale. Fino a un mese prima il vantaggio di Biden su Sanders era di 10 punti; nel maggio 2019 era addirittura di 27 punti.

 

Cos’è successo

 

Il sorpasso di Sanders è, in primo luogo, giustificato dal repentino crollo dei consensi intorno alla figura di Joe Biden, per il quale stanno probabilmente pesando le prime due cocenti sconfitte nelle primarie tenutesi in Iowa e New Hampshire (in quest’ultima votazione Biden si sarebbe fermato all’8%). Dall’8 al 12 febbraio Biden ha perso quasi 7 punti nei consensi, passando dal 26 al 19,2%.
Parallelamente, sono cresciute le due controparti moderate nella sfida per la nomination democratica: Michael Bloomberg è ora al terzo posto nelle intenzioni di voto, a 5 punti da Biden, avendo raddoppiato la sua quota in meno di un mese. Si è verificata, poi, una crescita importante anche a livello nazionale per la rivelazione Pete Buttigieg, vincitore in Iowa e secondo di misura in New Hampshire: a livello nazionale resta quarto al 10,6%, dietro Elizabeth Warren (12,4%).

Cosa significa per la corsa alla Casa Bianca

 

Se fino a poche settimane fa non si poteva che attribuire a Joe Biden la leadership dell’ala moderata del partito Democratico, ora le sue prospettive di elezione sembrano decisamente ridimensionate. Mentre l’elettorato radicale si sta concentrando su Sanders “abbandonando” la Warren, l’anima moderata e pro-business sta rimescolando le idee con l’ascesa parallela di Bloomberg e Buttigieg. Difficile capire se questa spaccatura finirà per favorire la vittoria finale di Bernie Sanders: è prevedibile che un eventuale ritiro nei prossimi mesi di Biden o Bloomberg spiani la strada in futuro al cavallo più veloce. Dal punto di vista dei mercati un consolidamento di Sanders, il cui programma di equità sociale non potrebbe che colpire le prospettive degli utili societari, non potrebbe che essere visto come un elemento di rischio.