Con l’economia che viaggia sui binari della stagnazione e l’emergenza Coronavirus, che allunga ulteriori ombre sulla ripresa, il Governo tedesco starebbe considerando la sospensione in Costituzione del tetto del debito pubblico. Obiettivo: permettere ai Länder maggiori margini di spesa.
La notizia, anticipata dal settimanale Die Zeit, è stata confermata dal ministero delle Finanze che si è limitato a confermare che il ministro delle finanze, il socialdemocratico Olaf Scholz, potrebbe presentare la proposta nelle prossime settimane.
In base alle prime indicazioni, la sospensione del tetto costituzionale sarebbe solo temporanea e permetterebbe di trasferire al Governo federale il debito delle municipalità più esposte, ampliando così loro margini di bilancio per investire a livello locale, in particolare in infrastrutture.
La misura, che secondo alcuni parlamentari costerebbe circa 20 miliardi di euro, è mal vista da una bella fetta di politici tedeschi pronti a dare battaglia.
La Cdu ha subito sottolineato che l’idea equivale a una “dichiarazione di bancarotta del ministro delle Finanze”.
Diversa l’opinione del presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, che già nella sua precedente veste di direttore dell’Fmi spingeva Berlino ad allentare i cordoni della borsa, per reagire alla contrazione dell’attività manifatturiera e al rischio di recessione.
La Germania è l’unico Paese del G7 con un surplus di bilancio, accompagnato da un debito pubblico relativamente basso. Secondo i dati aggiornati dall’ufficio federale di statistica, quarto trimestre il PIL ha segnato una crescita a zero rispetto ai tre mesi precedenti, mentre nel confronto su base annua si è attestato allo 0,4%. Complessivamente, nell’intero 2019, il PIL di Berlino ha segnato un incremento dello 0,6%.