La crisi contemporanea di domanda e offerta che accompagnerà le settimane caratterizzate dalle misure anti-coronavirus riporta al centro delle analisi finanziarie la resistenza delle imprese europee ed americane. Quanto debito si trova sulle spalle delle aziende? E’ un peso sostenibile in questa fase di rallentamento? Quale raffronto fra la situazione attuale e quella del 2008? Secondo quanto evidenziato in una nota da Antonio Amendola, co-gestore di Italia ed Europa AcomeA Sgr, “se si tiene conto della quota del debito ‘a rischio’, con un Ebit più basso dei costi di interesse, le imprese europee, sia le grandi sia le medio-piccole, presentano un profilo migliore rispetto al 2009”.
Negli Stati Uniti, invece, il debito risulta superiore al 2009 per le piccole e medie imprese, mentre quelle grandi, stando ai dati del Fondo monetario internazionale, sono in una posizione di minore stress. Il peso del debito sulle imprese risulta, poi, inferiore rispetto ai tempi della crisi finanziaria in Giappone; mentre la situazione è analoga per il Regno Unito e più vulnerabile in Cina.
L’analisi sulle imprese italiane
“Le società che compongono l’indice Ftse Mib presentano un debito pari a 5,9 volte l’Ebitda, quelle appartenenti al Ftse Mid Cap 3,6 volte e quelle appartenenti al Ftse Small Cap 2 volte”, ha scritto Amendola, “come si può notare, gli indici Mid e Small cap, più legati all’economia reale, mostrano una certa costanza nel tempo con fasi di ‘de-leverage’ mentre il Ftse Mib, indice maggiore espressione degli Etf e delle strategie quantitative/algoritmiche, mostra un andamento più volatile.”
Il rapporto di prezzi e utili delle società che compongono il listino Ftse Mib, dopo la acuta correzione degli ultimi giorni, è sceso a 9,3, mentre quello degli indici Mid e Small Cap vale rispettivamente 11,7 e 8,6 – segno che risultano mediamente più “cari” in questa fase. “La storica caratteristica di trattare a “premio” propria degli indici Mid e Small cap sembra essere quasi del tutto svanita”, ha commentato Amendola.
Le multinazionali tascabili e un “pizzico di patriottismo”
“Sul fronte operativo, stiamo approfittando di questo momento per incrementare l’asset allocation dei nostri fondi e arrotondare le posizioni delle società più solide, caratterizzate da presenza internazionale e dal business model versatile e agile”, ha spiegato Amendola, “non stiamo vivendo giorni facili, ma è proprio in questi momenti che vengono a crearsi le migliori occasioni sui mercati”.
In particolare Amendola individua opportunità nel comparto delle piccole e medie imprese che hanno già attraversato uno stadio internazionalizzazione (“multinazionali tascabili”). Un comparto che “offre innumerevoli opportunità di ingresso”.
“Un pizzico di patriottismo anche sui mercati non guasterebbe in queste occasioni dove tutti siamo chiamati a fare la nostra parte”, ha concluso Amendola.