Economia

G20 sposa il “whatever it takes” di Draghi, stanziati $ 5 mila miliardi

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Il G20 sposa la filosofia del “whatever it takes” di Mario Draghi, per per sconfiggere il coronavirus. Nel comunicato finale, stilato al termine della riunione di ieri, i leader del mondo prendono a prestito le celebri parole pronunciate dall’ex presidente Bce, sfoderate nel luglio del 2012 durante un suo intervento alla Global Investment Conference a Londra, sostenendo che “farà tutto quello che è necessario” per superare la pandemia” e per “minimizzare i danni economici e sociali, rilanciare la crescita e mantenere la stabilità dei mercati”.

“Il virus non ha confini. Combatterlo richiede una risposta globale trasparente, robusta, coordinata nello spirito di solidarietà. Siamo impegnati a un fronte unito contro questa minaccia comune”, si evidenza.

Nella stessa nota conclusiva si spiega anche che il G20 inietterà 5.000 miliardi di dollari nell’economia mondiale per superare l’impatto “sociale, economico e finanziario” del coronavirus e per “minimizzare i danni economici e sociali, rilanciare la crescita e mantenere la stabilità dei mercati” .

Nel corso dell’incontro il presidente cinese Xi Jinping avrebbe chiesto ai partner del G20 di rimuovere i dazi come misura per incoraggiare una ripresa globale dopo lo shock economico dovuto alla pandemia di coronavirus.”Xi ha insistito con i paesi G20 di tagliare le tariffe, rimuovere le barriere e facilitare il libero flusso del commercio”, riporta l’agenzai cinese Xinhua.

Proprio ieri, in un editoriale pubblicato sul Financial Times, Draghi ha evidenziato la necessità di un’inversione di rotta per far fronte alla crisi di oggi che “non è ciclica”, partendo dal “corretto ruolo dello Stato”, chiamato a usare “il proprio bilancio per proteggere cittadini ed economia contro gli shock di cui il settore privato non è responsabile e che non può assorbire”.

Nulla di fatto invece al Consiglio europeo. La riunione in videoconferenza dei capi di Stato e di governo dell’Ue dedicata alla crisi del Coronavirus, si è conclusa senza un accordo fra i Ventisette sulla questione della risposta europea da dare a medio termine all’inevitabile indebitamento di tutti gli Stati membri, e soprattutto di quelli più colpiti dalla pandemia.
Tuttavia, i leader hanno dato mandato ai ministri delle Finanze dell’Eurogruppo di continuare la discussione, in particolare sulla possibilità di ricorrere a uno strumento di debito comune (eurobond), come avevano chiesto nove Stati membri, fra cui l’Italia.