È durato quasi due giorni il drammatico vertice tra i ministri delle finanze europei che alla fine hanno trovato un accordo per varare un piano di aiuti finanziari da 500 miliardi di euro per fare fronte all’emergenza sanitaria ed economica legata all’epidemia da coronavirus.
Su Twitter il commissario all’Economia Paolo Gentiloni ha commentato “L’Eurogruppo ha trovato l’accordo. Un pacchetto di dimensioni senza precedenti per sostenere il sistema sanitario, la cassa integrazione, la liquidità alle imprese e il Fondo per un piano di rinascita. L’Europa è solidarietà”.
Vediamo come è strutturato nel dettaglio l’accordo raggiunto, mediando le diverse richieste dei Paesi europei divisi su due fronti, quello dei Paesi del nord (che hanno i conti pubblici in ordine) rigidi nel concedere eventuali aiuti e favorevoli al solo utilizzo del Mes, e quelli del sud Europa (con un debito pubblico elevato) più bisognosi e aperti a nuove forme di aiuti.
Le risorse finanziarie stanziate ieri saranno messe a disposizione da diverse entità europee, in particolare:
- Mes (fondo salva stati): 240 miliardi con condizionalità light. Nel documento finale è stato previsto che le linee di credito precauzionali saranno aperte a tutti gli Stati in una misura pari al 2% del loro Pil (per l’Italia circa 35 miliardi di eruo) Queste risorse potranno essere utilizzate solo per finanziare i costi sanitari, diretti e indiretti. Ma non per le altre spese socio-economiche indirettamente legate all’emergenza.
- Bei: liquidità da 200 miliardi per sostenere le imprese
- Sure (cassa integrazione europea): 100 miliardi prestiti ai governi per aiutare i lavoratori in difficoltà
Queste le risorse messe subito a disposizione del 27 Paesi della zona euro. L’accordo raggiunto dai ministri prevede anche la possibilità di studiare il lancio di fondo legato al bilancio europeo, il cosiddetto Recovery Fund, finanziato con “strumenti finanziari innovativi”, in linea con i Trattati per un ammontare di 500 miliardi di euro.
Anche in questo caso lo strumento, se mai verrà realizzato, sarà temporaneo, mirato e proporzionato ai costi straordinari provocati dalla pandemia e aiuterà a spalmarli nel tempo attraverso un finanziamento adeguato.
E’ bene ricordare che l’accordo raggiunto ieri dall’Eurogruppo non è che il primo passo di un lungo negoziato che scatterà dopo il prossimo benestare dei capi di Stato e di governo.
Nessun accordo per quanto riguarda invece gli Eurobond dei quali non vi è menzione nel testo dell’accordo finale.
Diviso sui contenuti raggiunti dall’accordo il mondo politico italiano. Per il ministro dell’economia Gualtieri grazie all’iniziativa italiana, l’agenda europea è cambiata e si è passati da un’unica proposta, il Mes con condizionalità leggere, “a un pacchetto di quattro proposte”: 200 miliardi dalla Bei, 100 miliardi del nuovo programma Sure e proposta italo-francese di un Fondo per la Ripresa finanziato da debito comune europeo.
Per le opposizioni il giudizio sull’operato del governo è pessimo e il risultato ottenuto in Europa è una Caporetto per l’Italia.
Gli analisti di Mps Capital Services evidenziano che la parte dell’accordo Ue che sta facendo più discutere è al punto 16 dove si dice che “Successivamente (alla crisi di COVID 19), gli Stati membri dell’Eurozona rimarranno impegnati a rafforzare i fondamentali economici e finanziari, coerentemente con la struttura di coordinamento e sorveglianza economica e fiscale dell’UE.” Insomma il debito fa fatto ma con moderazione e senza troppe libertà.
Nel frattempo sull’altra sponda dell’Oceano il presidente Trump, senza troppi intoppi, sta studiando un nuovo piano di aiuti straordinari per fare fronte all’emergenza sanitaria ed economica dopo i 2.000 miliardi già stanziati nelle scorse settimane.