Questo articolo fa parte del lungo dossier “Scrivi oggi il tuo domani” pubblicato sul numero di aprile del magazine Wall Street Italia.
“Il tempo è il più saggio, perché scopre sempre ogni cosa”: questa massima, attribuita all’antico filosofo Talete non potrebbe che essere d’aiuto quando si cerca di valutare il rischio degli investimenti. Secondo lo psicologo Paolo Legrenzi, infatti, “la verità dei mercati è rivelata dallo scorrere del tempo” e, più nel dettaglio, prende la forma di “una lunga salita intervallata da brevi periodi di mancati guadagni”. Infatti, se si “supera una finestra decennale, i guadagni emergono nella loro linearità”.
In un intervento pubblicato nel numero di aprile del magazine Wall Street Italia Legrenzi ha messo in luce come le oscillazioni dei mercati azionari, in quanto più traumatiche anche a livello psicologico, facciano apparire le azioni come sproporzionatamente rischiose.
“Va abbassato il livello generale delle paure verso il futuro, alzatosi a seguito del con-
tagio delle paure da virus”, ha scritto Legrenzi, “per quanto concerne i mercati azionari e gli altri mercati finanziari avviene invece proprio il contrario: il premio al rischio, che premia le azioni considerate dai più rischiose rispetto agli altri investimenti, manifesta inevitabilmente i suoi effetti benefici ma solo sui tempi lunghi”.
“L’eccesso di prudenza” potrebbe rivelarsi molto controproducente nel periodo che seguirà l’emergenza coronavirus. Le banche centrali, infatti, manterranno bassi i tassi d’interesse ancora a lungo per favorire la solvibilità dei debitori (i cui oneri saranno aumentati dopo la crisi); da ciò conseguirà un ridottissimo margine di guadagno per gli investitori in titoli obbligazionari. Per questo le azioni sono destinate a rimanere la classe di attività più allettante, per gli investimenti a orizzonte lungo.
“Alla luce del fatto che i circa novemila miliardi di risparmi degli italiani sono per più del 90% investiti in Italia e in euro, è bene espandersi sui mercati che meno risentiranno della crisi manifatturiera e commerciale in quanto immateriali (Nasdaq). Si tratta di operare un’espansione spaziale alzando la quota in dollari Usa”, ha suggerito Legrenzi. “La paura sia di perdite in conto capitale sia di imprevisti hanno in modo sinergico indotto i risparmiatori a tenere più di 1.500 miliardi di liquidità e altri 500 miliardi circa di euro investiti a breve”, e, ha concluso Legrenzi, “questi investimenti non riescono a compensare neppure l’inflazione”.