USA:i dati sul mercato del lavoro di giugno hanno evidenziato in generale un buon incremento del numero degli occupati sebbene lievemente al di sotto delle attese.
Il dato di oggi conferma la descrizione sintetica contenuta nell’ultimo comunicato della Fed secondo cui “labor market conditions continue to improve gradually”.
Più in dettaglio, è stata rivista al rialzo la variazione degli occupati non agricoli di diversi mesi precedenti. Complessivamente sia il secondo che il primo trimestre hanno evidenziato una crescita media dei non farm payrolls pari a 181.000 unità.
Il settore dei servizi ha offerto una buona contribuzione (+ 150.000) a fronte invece della continuazione della contribuzione negativa del settore manifatturiero (-24.000).
E’ calata la durata media della disoccupazione passata da 18,8 a 17,1 settimane, con il tasso di partecipazione sostanzialmente invariato. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il livello del 5%, il minimo dal settembre del 2001.
I dati di venerdì evidenziano pertanto un buon recupero del mercato del lavoro nel corso del primo semestre, supportato verosimilmente dal buon andamento del settore immobiliare.
A testimonianza di ciò anche il dato sul credito al consumo di maggio che ha evidenziato un calo mensile dell’1,7%, la prima variazione negativa dal novembre del 2003. Tale andamento è stato determinato in gran parte dalla marcata contrazione del credito c.d. non revolving, in cui sono inclusi i finanziamenti per l’acquisto di auto. Il mese di maggio ha infatti evidenziato un calo di tali vendite. Lieve il rialzo del settore revolving (ad. es. carte di credito).
L’andamento del dato in esame potrebbe segnalare come i consumatori Usa stiano attingendo reddito soprattutto dal settore immobiliare più che dal consueto settore del credito al consumo, al momento sempre più costoso a causa dei rialzo dei tassi della Fed.
La settimana in corso presenta alcuni dati macro di rilievo tra cui quelli sui prezzi al consumo e sulle vendite al dettaglio.
Europa:il superindice dell’Ocse, che anticipa le fasi di espansione o rallentamento dell’economia dei paesi industrializzati, a maggio è rimasto fermo a quota 103.
L’Ocse segnala però un indebolimento della performance sia per la zona euro che per i paesi del G7, Stati Uniti e Canada esclusi.
L’Italia risulta il paese che ha registrato il calo più forte (95,9 da 96,5).
Rallenta a maggio la produzione industriale tedesca. Secondo la stima preliminare il tendenziale è passato a 0,9% da 2,1% di aprile.
Il rallentamento è stato causato dal peggioramento del settore manifatturiero (1,5% da 3%) tra cui il calo del comparto beni durevoli (-6% a/a da –0,1%) e beni capitali (-0,2% a/a da 4,3%). L’elevato tasso di disoccupazione e l’aumento del prezzo del petrolio hanno ridotto gli investimenti e scoraggiato i consumi delle famiglie.
In Lussemburgo il referendum sulla costituzione europea ha registrato una vittoria del SI con il 56,45% dei consensi. Il risultato ha allontanato i timori di un definitivo accantonamento della Costituzione.
In settimana sono attesi i dati finali per il mese di giugno sui prezzi al consumo italiani e la seconda lettura del Pil del primo trimestre dell’intera area euro.
Tra gli eventi ricordiamo la pubblicazione delle stime di crescita della Commissione Europea per il secondo e terzo trimestre.
Asia-Pacifico:partenza positiva per il mercato azionario del nipponico.
L’indice Nikkei ha terminato le contrattazioni ai massimi delle ultime 13 settimane a 11.674,79 punti in rialzo dello 0,94%, mentre il Topix ha guadagnato lo 0,63% a 1.185,02.
Gli acquisti degli operatori sono stati favoriti dalle buone prospettive di ricavi e utili del settore tecnologico americano e dalla pubblicazione dei risultati trimestrali, buoni, di Shin-Etsu Chemical, produttore di semiconduttori.
Dopo l’approvazione per una manciata di voti martedì 5, oggi inizia nella camera alta del parlamento nipponico la discussione sui testi per la privatizzazione del sistema postale, vero e proprio conglomerato finanziario, con mercoledì 13 primo giorno utile per la votazione.
Commodity:si ferma la corsa del petrolio dopo la notizia della riduzione della forza dell’uragano Dennis che non ha danneggiato gli impianti produttivi del Golfo del Messico come si temeva.
Previsioni poco ottimistiche arrivano però dalla terza conferenza internazionale dell’Aspen Italia, svoltasi a Firenze nel fine settimana.
Secondo Edward Morse, advisor di Hess Energy Trading, il prezzo medio del 2005 sarà di 58 $/b, ma Fred Bergsten, direttore dell’Institute for International Economics di Washington, ha espresso il timore che il prezzo del barile possa arrivare in poco tempo a 80-90 $/b.
A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C.Pace (Economista)