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Fondi sostenibili resistono alla crisi, il modello di Banca Generali

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Con la Fase 2 che entra nel vivo in Italia ed è prossima anche nel resto dell’Europa, anche il mondo del risparmio gestito prova a tirare le prime somme di un trimestre fortemente condizionato dalla pandemia di Covid-19
Si scopre così che nei primi 90 giorni del 2020 il mercato europeo dei fondi si è dovuto misurare con deflussi record per oltre 148 miliardi di euro tra fondi comuni ed Etf (fonte: Morningstar).
Numeri senza appello a cui vanno addizionati anche gli storni legati alle performance negative delle Borse che, praticamente in ogni piazza, hanno registrato crolli a doppia cifra.

L’eccezione Esg

C’è però un comparto che, invece, si è segnalato per una forte resilienza a questa situazione complessa. Parliamo dei fondi sostenibili con etichetta Sri o Esg che da inizio anno, non solo hanno risposto meglio alle altalene dei mercati, ma hanno anche incrementato la propria fama tra i risparmiatori che soprattutto in questa fase hanno cercato una asset allocation basata sulla protezione dell’investimento.

“Per i fondi Esg questo periodo ha rappresentato quanto fosse vera quella che da tempo veniva indicata come la loro miglior caratteristica, ovvero la maggior resilienza nelle fasi negative dei mercati – sottolinea Andrea Ragaini, Vice Direttore Generale di Banca Generali, che aggiunge – le aziende che più hanno puntato sulla sostenibilità e sulle buone pratiche di governance si sono dimostrate un investimento migliore per chi sceglie investimenti senza un approccio di protezione, volto a tutelare i propri risparmi. Abbiamo avuto l’ulteriore prova che il mondo Esg non è una moda passeggera, ma una realtà che sarà sempre più importante”.

Tempo di crisi, investimenti Esg come garanzia di protezione

La resilienza dei fondi sostenibili è un dato suffragato dai numeri. Tra gennaio e marzo 2020, infatti, l’indice che riunisce le principali società a di impronta Esg (MSCI World ESG Leaders Index) ha sovraperformato dell’1,7% il suo corrispettivo indice tradizionale (MSCI World Index).

Una differenza che diventa ancora maggiore se si limita l’analisi al solo Vecchio Continente dove il principale indice delle aziende sostenibili ha evidenziato una performance superiore di ben 4 punti percentuali.
Risultati che non sono stati ignorati dagli investitori, come dimostrano i dati di raccolta. Nei primi tre mesi del 2020, infatti, i fondi sostenibili europei hanno registrato nuovi flussi per 30 miliardi di euro a fronte di un deflusso di ben 148 miliardi dai prodotti tradizionali.

“È un orientamento che crediamo possa proseguire anche quando la pandemia sarà un brutto ricordo – rilancia ancora Ragaini – questa crisi ha chiarito ancora una volta l’orizzonte agli investitori che ora guardano con sempre più equilibrio ai propri investimenti. La diffusione del Covid-19 ha significato ancora un’aumento del debito pubblico degli stati e questo dovrebbe avete diretta conseguenza anche sugli spread. Per questo sarà sempre più decisivo selezionare per i propri investimenti aziende di qualità evitando speculazioni”.

Esg: il modello di Banca Generali

E mentre la banca d’affari americana BlackRock stima nuovi flussi per oltre 1.200 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni, nel nostro Paese il mercato dei fondi Esg prosegue la sua rapida crescita toccando quasi 31 miliardi di euro. Segno di una sensibilità sempre maggiore dei nostri dell’investitore italiano che sempre sceglie proposte innovative da parte dei principali operatori del settore.

“Banca Generali ha risposto alle richieste della propria clientela attivando all’interno della propria app per la gestione dei portafogli un sistema per assegnare un rating di sostenibilità a tutto il nostro universo investibile – conclude ancora Ragaini – insieme a MainStreet Partners abbiamo quindi associato ciascun fondo sostenibile ai 17 SDGs dell’Agenda Onu 2030. In questo modo, i clienti possono comporre portafogli sostenibili e conformi ai propri valori e interessi sociali. In più abbiamo legato un ambizioso obiettivo commerciale, ovvero arrivare ad avere almeno il 10% delle nostre masse in gestione investite in fondi sostenibili entro il 2021”.

Obiettivo che la banca guidata dall’AD Gian Maria Mossa ha raggiunto in anticipo di oltre un, come certificano i 2,5 miliardi di masse Esg raccolte in 12 mesi che rappresentano oggi l’11% rispetto al totale delle masse gestite.
Un vero e proprio segnale di fiducia per il sistema Italia, per un Paese che ha un grande desiderio di ripartire. E di farlo in modo sostenibile.