USA: pur in assenza di dati macro le variabili finanziarie stanno comunque evidenziando movimenti di rilievo. In particolare l’indice S&P500 si è posizionato in territorio positivo da inizio anno in prossimità dei massimi degli ultimi 4 mesi.
I bond hanno continuato la lenta ma graduale fase di rialzo dei tassi ed infine il cross Euro/Dollaro ha evidenziato un marcato indebolimento del biglietto verde, alla vigilia della pubblicazione domani del dato sulla bilancia commerciale. Sull’andamento del Dollaro pesa verosimilmente anche il processo di parziale ricopertura delle posizioni corte degli operatori speculativi, ma in ogni caso, l’entità del movimento rapportato all’orizzonte temporale in cui si è verificato risulta essere piuttosto rilevante lasciando ancora aperta la possibilità per un rimbalzo tecnico di breve piuttosto accentuato.
L’attenzione degli operatori sembra comunque essere ancora focalizzata sul differenziale dei tassi che nel frattempo ha continuato ad allargarsi, come segnalato dallo spread sul comparto decennale che è arrivato a quota 94bps. Ieri il Tesoro Usa ha annunciato che in settimana effettuerà emissioni sul titolo a 5 anni (13Mld$) e sul TIPS decennale (9Mld$), con un’offerta che risulta essere inferiore alle attese grazie al buon andamento delle entrate fiscali.
Nel frattempo è cominciato il dibattito sulla successione al vertice della Fed: ieri Cesar Conda, consigliere del vice presidente Cheney, ha dichiarato che il successore di Greenspan andrà ricercato tra figure aventi una business experience.
Europa: salgono i prezzi all’ingrosso tedeschi registrando a giugno un incremento del tendenziale del 2,2% dall’1,7% di maggio, dovuto ai rialzi dei prezzi petroliferi. Dal 20 maggio i prezzi del greggio sono cresciuti di circa il 20% aumentando le pressioni sui margini di profitto delle aziende, che a causa del rallentamento economico e dell’elevato tasso di disoccupazione, non sono riuscite a trasferirli sui consumatori.
In Francia scende la produzione industriale registrando a maggio un calo dello 0,2% a/a dallo 0% di aprile. Tra i settori i più penalizzati sono risultati il settore manifatturiero (-0,1% a/a da 0,1%), quello energetico (-0,3% a/a da +0,2%) e costruzioni (-1,5% a/a da –0,8%). Rimane positivo sebbene in rallentamento il settore beni di consumo (1,7% a/a da 1,9%).
Nel bollettino statistico della Banca d’Italia viene riportato un nuovo record per il debito pubblico italiano che ad aprile ha toccato quota 1514.6 Mld€, ovvero 13,5 Mld€ in più rispetto a marzo. il debito delle amministrazioni pubbliche in un anno è cresciuto del 3,98%, mentre le entrate tributarie nei primi cinque mesi del 2005 sono cresciute del 5,3%. Ieri Juncker, al termine del vertice dei ministri finanziari europei, ha dichiarato che per quest’anno le attese sulla crescita dell’Euro-12 si collocano all’1,3%.
Asia-Pacifico: secondo rialzo consecutivo, oggi, per l’azionario nipponico, con l’indice Nikkei 225 che ha chiuso in rialzo dello 0,15%, trascinato dai titoli dell’elettronica, dopo che LG.Philips LCD, joint venture sudcoreano-olandese e maggior produttore mondiale di schermi a cristalli liquidi, ha reso noto un utile per il secondo trimestre ben superiore alle aspettative degli analisti, dichiarando altresì di attendersi un andamento favorevole dei prezzi dei propri prodotti nel trimestre in corso.
In Giappone, l’indice dei prezzi pagati dalle imprese per l’acquisto di beni fisici in giugno ha inaspettatamente continuato a scendere, registrando un calo dello 0,1% sul mese, su base destagionalizzata, con la variazione tendenziale annua attestatasi a +1,4%, rimanendo quest’ultima a segnalare possibili difficoltà per le imprese, che comunque fronteggiano prezzi al consumo ancora in calo.
In calo, a sorpresa, l’indice della fiducia dei consumatori nipponici in giugno, portatosi a 46,8, dal 48,2 del mese precedente. In termini trimestrali, il secondo trimestre di quest’anno è il primo negli ultimi nove ad aver visto un calo del livello di ottimismo, probabilmente in relazione alle intenzioni del governo di Tokio di aumentare la pressione fiscale per cercar di far fronte alla crescita dell’enorme debito pubblico.
Commodity: dopo il cessato allarme per l’arrivo dell’uragano Dennis, gli speculatori hanno ridotto gli acquisti determinando un calo delle quotazioni scese dell’1,2% a 58,92 $/b. L’attenzione è ora puntata alla pubblicazione delle scorte di domani che il consensus vede in calo.
Tra le altre commodity l’indice Crb evidenzia una ripresa del settore industriali (+037%) su cui hanno impattato gli scioperi di alcuni lavoratori nelle miniere di rame in Cile, settore metalli preziosi (+0,82%) che ha beneficiato dell’indebolimento del dollaro e del settore grano (+0,53%).
A cura di A. Cesarano (Responsabile Market Research), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C. Pace (Economista)