Gli italiani, spinti dalla necessità di far cassa, fanno sempre più ricorso al banco dei pegni. Rispetto al periodo precedente al lockdown, in tutta la penisola sono sempre più numerosi coloro che corrono a impegnare gioielli di famiglia, oro e beni di valore in modo da assicurarsi un po’ di contanti, garantiti.
La conferma è arrivata oggi da Affide, leader europeo e italiano del settore, che ha comunicato un incremento delle operazioni pari al +30%, tra rinnovi delle polizze e nuovi clienti a livello nazionale, confrontata con il periodo antecedente il lockdown.
Secondo le stime di Assopegno, in Italia usano in media questo servizio tra le 270.000 e le 300.000 persone ogni anno, per un giro d’affari complessivo di circa 800 milioni di euro affidamenti e un taglio medio del prestito di circa 1.000 euro secondo quanto dichiarato da Affide.
Il 95% dei beni dati in pegno viene riscattato, mentre il 5% finisce all’asta. Il prestito su pegno permette di ricevere un finanziamento offrendo come garanzia un prezioso o un gioiello, che resta di proprietà di chi lo impegna e che viene solo custodito dalla società di credito su stima. Al termine del periodo concordato, il proprietario del bene può scegliere se riscattare il suo bene, prolungare il finanziamento o mandare il bene all’asta.
“Il Paese sta vivendo un momento molto delicato. Sappiamo che le persone possono avere bisogno, in poco tempo, di una liquidità imprevista, per questo il credito su stima rappresenta una soluzione ideale” ha dichiarato Andreas Wedenig, Direttore Generale di Affide, che ha studiato una formula di finanziamento ad hoc per i nuovi clienti: dall’11 maggio potranno ricevere un finanziamento, a fronte di un bene impegnato, del corrispettivo valore e fino a un massimo di 1.000 euro, con restituzione gratuita senza costi per un intero mese”.