L’emissione di obbligazioni perpetue europee sarebbero una migliore soluzione per finanziare le spese straordinarie che i Paesi europei dovranno affrontare per mitigare l’impatto economico della crisi indotta dal coronavirus. Ne è convinto il noto finanziare George Soros, secondo il quale i coronabond (che non ritiene svincolabili da una mutualizzazione del debito pregresso dei vari Paesi) non sarebbero politicamente praticabili.
Secondo Soros, tuttavia, Germania e Olanda, i Paesi più refrattari a nuove forme di solidarietà fra gli stati membri Ue, dovrebbero “ripensarci” se a finire sul tavolo ci fosse l’opzione dei bond perpetui. Un’obbligazione di questo tipo non restituisce mai il capitale versato dall’investitore, ma paga una cedola fissa periodica senza limiti temporali, per sempre. Soros ha ripescato dalla storia britannica il nome “Consols”, che si riferiva a emissioni di titoli di questo tipo risalenti al XVIII e XIX secolo.
Le “Consols” europee, stando a quanto dichiarato da Soros in un’intervista pubblicata su Project Syndacate (e consultabile qui), dovrebbero prevedere il pagamento di un interesse pari allo 0,5%. “Sarebbero noccioline” per gli stati, ha dichiarato il finanziere ungherese, ma sbloccherebbero in breve tempo molte più risorse rispetto a qualsiasi ampliamento del budget Ue. Anche raddoppiando le dotazioni del bilancio dell’Unione europea si verrebbero a creare risorse comuni per 100 miliardi euro – circa un decimo rispetto a quanto ritenuto necessario dalla Commissione europea.
“Il tipo di obbligazioni che ho proposto”, ha dichiarato Soros, “sarebbero emesse dall’Ue nel suo insieme, sarebbe automaticamente [un sistema] proporzionale e rimarrebbe così eternamente. Gli Stati membri dovrebbero pagare solo gli interessi annuali, che sono così minimi – allo 0,5% – e le obbligazioni potrebbero essere facilmente sottoscritte dagli Stati membri, all’unanimità o da una coalizione di volontà. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen afferma che l’Europa ha bisogno di circa mille miliardi di euro per combattere questa pandemia […] le Consoles potrebbero fornire tali importi se gli Stati membri dell’Ue li autorizzassero”.
Soros è consapevole che non esiste ancora un consenso intorno alla sua proposta: “Sfortunatamente, la Germania e gli stati della “Lega anseatica” guidati dai Paesi Bassi sono fermamente contrari. Dovrebbero ripensarci”.
La minaccia posta dalla sentenza della Corte tedesca
Il finanziere, che si è detto preoccupato per la stessa sopravvivenza dell’Unione Europea, ha consigliato di non sottovalutare le implicazioni politiche e giuridiche della recente sentenza della Corte Costituzionale tedesca, che ha sfidato apertamente una precedente decisione della Corte Ue:
“La prendo estremamente sul serio”, ha detto Soros, “la sentenza rappresenta una minaccia che potrebbe distruggere l’Unione Europea come istituzione basata sullo stato di diritto, proprio perché è stata pronunciata dalla Corte costituzionale tedesca, che è l’istituzione più rispettata in Germania. Prima di emettere il verdetto, quest’ultima si era consultata con la Corte di giustizia europea e ha poi deciso di contestarla. Quindi ora c’è un conflitto tra la Corte costituzionale tedesca e la Corte di giustizia europea. Quale tribunale ha la precedenza?”.