La trasmissione del coronavirus può avvenire non solo in seguito a starnuti e colpi di tosse emessi da soggetti contagiosi: può bastare un minuto di conversazione in ambienti chiusi. E’ quanto hanno scoperto quattro studiosi del Laboratory of Chemical Physics, National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases, National Institutes of Health, Bethesda e della università della Pennsylvania.
Secondo la ricerca appena pubblicata sulla prestigiosa rivista Pnas parlare ad alta voce produce migliaia di goccioline (droplets) ogni secondo. Ciascun millimetro di fluido orale, avevano mostrato precedenti ricerche, può contenere circa sette milioni di copie del Covid-19.
Le goccioline, ha scoperto inoltre lo studio, restano sospesa nell’aria per almeno otto minuti: un tempo durante il quale il rischio di entrare in contatto con il virus è, dunque, elevato.
Le goccioline emesse attraverso il parlato si fanno più piccole del 20-34% rispetto alle loro dimensioni originali, una volta sospese in aria. Ciò rallenta la velocità con cui esse cadono a terra aumentando il tempo in cui possono, potenzialmente contagiare i soggetti che si trovano nelle circostanze.
Gli studiosi hanno misurato tali evidenze utilizzando fasci di luce laser che hanno permesso di individuare con precisione la diffusione e la persistenza delle droplets nell’aria.
“Una conversazione ad alta voce può emettere migliaia di goccioline di liquidi orali ogni secondo. In un ambiente aereo chiuso e stagnante, scompaiono dalla visuale in un tempo compreso nell’intervallo di 8-14 minuti” afferma lo studio, “queste osservazioni confermano che esiste una sostanziale probabilità che parlare normalmente causi la trasmissione di virus nell’aria in ambienti chiusi”.
“Le goccioline prodotte parlando dai portatori asintomatici di SARS-CoV-2 sono sempre più considerate come una probabile modalità di trasmissione della malattia”, hanno scritto i ricercatori.