Scampato il pericolo di declassamento da parte delle agenzie di rating, nel breve periodo, il debito italiano continua ad attrarre gli investitori, “grazie a rendimenti molto interessanti sia rispetto agli altri Paesi periferici, sia rispetto al mondo corporate”. A dirlo è Monica Defend, Global Head of Research di Amundi.
“In questi primi quattro mesi dell’anno l’attività di mercato primario del debito pubblico italiano è risultata intensa: i volumi di offerta lorda e netta collocati fino ad ora hanno già rispettivamente raggiunto circa il 47% ed il 75% dei target previsti per l’intero 2020 nelle stime di inizio anno. I progressi fin qui realizzati nella raccolta netta senza dubbio rafforzano il ruolo che ha assunto recentemente la BCE con i propri programmi di acquisto nel coprire i nuovi e ben più consistenti volumi di emissioni che si aggiungeranno a quelle già previste nei prossimi mesi” si legge in una nota.
Tornando alle agenzie di rating, Defend sottolinea che:
“i rischi di abbassamento del rating del debito sovrano italiano nel breve periodo apparivano legati soprattutto alle possibili decisioni delle agenzie S&P e Fitch, entrambe precedentemente posizionate con un livello di rating BBB intermedio, un livello al di sopra di Moody’s (basso BBB) e con un outlook negativo rispetto a quello stabile di Moody’s. Mentre S&P ha confermato la valutazione precedente in occasione della propria recente review semestrale pianificata, Fitch ha voluto per così dire bruciare i tempi, anticipando la propria review prevista a luglio per tagliare il rating di un livello, portandolo pertanto allo stesso livello di quello di Moody’s ed allineando altresì alla valutazione di quest’ultima l’outlook, modificandolo da negativo a stabile”.
Il contesto globale e l’Italia
Sul fronte macroeconomico, l’ufficio studi di Amundi, si aspetta una ripresa “ad U ‘lunga’, cioè una graduale normalizzazione che richiede tempo per tornare ai livelli pre-crisi.
“In Italia, per il 2020 il governo italiano stima una contrazione dell’8% annuo, seguito da una crescita del 4.7% per il 2021. Nella nostra analisi prendiamo come riferimento due possibili scenari, del -8.0% e del -12.0% per il 2020”.
L’andamento dei conti pubblici
Nel breve periodo, il Governo Italiano prevede un deficit del 10,4% e un Debito/PIL al 155,7% nel 2020, che sono in linea con le analisi di Amundi, che stimano na contrazione del -12% del Pil che porterebbe il deficit a -13% ed il Debito/PIL vicino al 165%.
“In termini di sostenibilità nel medio e lungo periodo, sulla base delle stime del governo e se l’economia crescerà del 6.1% in termini nominali con un deficit del 5,7%, il debito potrà comunque scendere al 152,7% del PIL nel 2021. Ipotizzando una crescita nominale del 2,4% nel 2022, è possibile ipotizzare un ritorno a un avanzo primario positivo, nell’ordine dell’1,0%, con un deficit al di sotto del 3% ed un debito ridotto di un altro punto”.