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Consulenti finanziari: nel primo trimestre raccolta netta a 11,6 miliardi (+45%)

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Primo trimestre positivo per la raccolta netta delle reti di consulenza finanziaria, risultata pari a 11,6 miliardi di euro, con una crescita dell’11,1% rispetto al trimestre precedente ed un incremento su base annua del 45,6%.

Sono i dati diffusi oggi da Assoreti da cui emerge che il bilancio trimestrale sul comparto del risparmio gestito è, pressoché, in pareggio con una raccolta positiva di 88 milioni di euro.

Il risultato è condizionato dai disinvestimenti realizzati nel mese di marzo, sotto la spinta della crisi economico-finanziaria dovuta alla pandemia da COVID-19.

Il bilancio è, invece, particolarmente positivo per il comparto amministrato, sul quale sono confluite risorse nette per 11,5 miliardi di euro, in gran parte su conti di deposito.

Segno positivo anche per le gestioni individuali e per il comparto assicurativo/previdenziale, con gli investimenti netti in GPF, unit likend e polizze multiramo in crescita rispetto al primo trimestre del 2019, mentre la raccolta netta diretta in fondi è, negativa per effetto dei riscatti realizzati nel mese di marzo.

Importante il volume degli investimenti netti realizzati su titoli azionari e certificate, ma il maggiore flusso di risorse coinvolge conti correnti e depositi tra disinvestimenti dalle altre componenti del portafoglio e, soprattutto, acquisizione di nuova clientela; superata, infatti, la soglia dei 4,5 milioni di clienti (+1,1%) con 71 mila nuovi ingressi nei primi tre mesi.

Risparmio gestito: brillano prodotti assicurativi

Nell’ambito del risparmio gestito, l’analisi per macro tipologia di prodotto evidenzia la flessione congiunturale per tutte le asset class; sugli organismi di investimento collettivo del risparmio si rileva la decisa prevalenza dei riscatti, mentre i volumi di raccolta si mantengono in territorio positivo sia sui prodotti assicurativi/previdenziali sia sulle gestioni patrimoniali individuali.

La raccolta netta diretta realizzata sugli OICR è negativa per 2,4 miliardi di euro; il bilancio trimestrale è fortemente condizionato dai disinvestimenti realizzati nel mese di marzo (-2,8 miliardi di euro), che ne hanno determinato il deciso allontanamento dai risultati rilevati nel trimestre precedente (3,0 miliardi) ma anche da quelli dei primi tre mesi del 2019, quando le movimentazioni in entrata ed in uscita tendevano al pareggio (4 milioni).

I deflussi netti di risorse si concentrano principalmente sugli OICR aperti di diritto estero e sono quantificabili in poco più di 2,1 miliardi di euro, dei quali circa 1,7 miliardi in uscita dalle gestioni collettive “tradizionali” e 403 milioni dai fondi di fondi.

Il bilancio è negativo anche per i fondi di diritto italiano (- 546 milioni di euro) per i quali si registra la prevalenza dei riscatti in tutti i mesi del trimestre, a differenza delle gestioni collettive domiciliate all’estero per le quali il risultato negativo è riconducibile esclusivamente alle movimentazioni del mese di marzo.

Nell’ambito dei fondi chiusi, la raccolta netta sulle gestioni collettive mobiliari è risultata, invece, positiva per 310 milioni di euro ed è stata realizzata interamente nei primi due mesi. Il risultato è, comunque, in crescita rispetto allo stesso periodo del 2019 (+74,4%) ma in contrazione nei confronti del trimestre precedente (-24,0%).

La prevalenza dei riscatti si riscontra per quasi tutte le categorie di investimento, risultando, nel complesso, maggiormente consistente per i fondi flessibili (-1,2 miliardi di euro), e più in particolare per quelli di diritto estero (-1,1 miliardi), ed assumendo volumi più contenuti per i fondi azionari (-662 milioni, dei quali -480 milioni su fondi esteri), per i fondi bilanciati (-634 milioni, dei quali -589 milioni su fondi esteri) e per i fondi obbligazionari (-492 milioni, dei quali -237 milioni su fondi esteri). Si discostano, dal generico trend in uscita, i fondi di fondi esteri obbligazionari (130 milioni), i fondi monetari di diritto estero (86 milioni) ed i fondi di fondi flessibili italiani (6 milioni).