Economia

Coronavirus si abbatte sulle pensioni, taglio degli assegni in vista

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L’epidemia di coronavirus, che sta mettendo in ginocchio l’economia italia, rischia pesare anche sulle pensioni. È questa una delle conseguenze del crollo del Pil atteso per il 2020 (- 8% secondo la parte alta della forchetta del Governo). Questo perché il calcolo dei trattamenti previdenziali è ormai da tempo legato, nel sistema contributivo, all’andamento dell’economia del Paese.

Un legame che diventa più forte e visibile a mano a mano che questo meccanismo va a regime.

“L’impatto per ora è contenuto, anche se non trascurabile, con una riduzione lorda dell’assegno futuro che può arrivare a sfiorare il 3 per cento nel 2023 ma è poi destinata ad accentuarsi e comunque a permanere nel tempo. La legge Dini prevede che i contributi versati per gli anni compresi nel nuovo metodo di calcolo, prima di essere trasformati in rendita, siano via via rivalutati con un tasso di capitalizzazione dato dalla crescita media del Pil nei cinque anni precedenti”, spiega il Messaggero, evidenziando quindi che, per l’esistenza di uno sfasamento temporale, gli effetti del crollo del Pil di quest’anno saranno considerati per quanti andranno in pensione dal 1° gennaio 2022.

Per il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti:

“Il Governo deve sterilizzare subito gli effetti negativi che la caduta del Pil ha sulle pensioni future» è il intervento netto del Dopo il denunciato rischio tagli sugli assegni pensionistici nei prossimi mesi a fronte della crisi economica, la necessità di una riforma anche delle pensioni per evitare il collasso nazionale si fa sempre più stringente. «Se da una parte la rivalutazione del montante contributivo dei futuri pensionati non può essere inferiore all’1%, a seguito delle modifiche del 2015, è altresì vero – ha ribadito Proietti in una nota – che eventuali differenze saranno recuperate negli anni successivi con effetti negativi sul futuro previdenziale dei lavoratori. Parallelamente gli effetti della crisi impatteranno anche sulla rivalutazione delle pensioni in essere».
E infine è ancora il segretario confederale Uil a sottolineare come fin da subito sia urgentissimo che il Governo intervenga «sia per il calcolo della rivalutazione del montante contributivo sia per l’individuazione dell’indice di rivalutazione delle pensioni erogate. Questo è un primo modo concreto di aiutare i pensionati presenti e futuri”.