Chi ha comprato una Volkswagen con le emissioni truccate può ora restituire la macchina e pretendere il risarcimento di un’ampia parte del prezzo.
È quello che ha deciso la Corte federale di Cassazione tedesca, nell’ambito del processo sul dieselgate. I consumatori sono però obbligati a detrarre i km percorsi dalla somma in denaro che riceveranno.
L’Alta Corte federale ha così confermato la precedente sentenza della corte di appello di Coblenza, sul caso di un uomo che chiedeva un risarcimento al colosso di Wolfsburg, per la sua auto, una VW Sharan, pagata all’epoca dell’acquisto, nel 2014, 31.500 euro.
I giudici della Corte di appello avevano disposto che al cliente fossero ripagati 25 mila euro, non l’intero importo, però, perché l’auto era stata comunque utilizzata.
Il giudizio non aveva soddisfatto nessuna delle due parti. Sia il pensionato, sia Vw hanno fatto ricorso alla Corte federale contro la decisione della corte d’appello, l’uomo per chiedere un rimborso integrale, il gruppo automobilistico sostenendo che non c’era alcun diritto al rimborso.
Ora la Corte federale tedesca si è pronunciata e ha riconosciuto il diritto degli acquirenti di auto diesel del gruppo con centralina “truccata” a chiedere il risarcimento parziale (perché deve tenere conto dell’usura) del prezzo di acquisto dell’auto.
Equipaggiando le sue vetture con sistemi capaci di farle apparire meno inquinanti della realtà, il gruppo “ha ingannato scientemente e sistematicamente per più anni” le autorità “nell’ottica del profitto”, ha spiegato il giudice Stephan Seiters.
Lo scandalo Dieselgate risale al 2015. Da allora, la casa automobilistica tedesca ha già trovato delle intese extragiudiziali con circa 235mila clienti tedeschi per un ammontare di 750 milioni di euro e la nuova sentenza potrebbe essere decisiva per definire circa 60mila cause ancora aperte nei tribunali tedeschi.
Questa decisione segna un momento storico, una nuova dimostrazione indiscutibile del diritto di risarcimento nello scandalo Dieselgate e chiarisce l’ammontare del danno subito dai consumatori”. E’ quanto ha dichiarato all’Adnkronos Ivo Tarantino, Head of Public Affairs & Media Relations di Altroconsumo
“La sentenza tedesca costituisce un precedente importante per i consumatori di tutta Europa. – afferma Tarantino – A 5 anni dall’esplosione dello scandalo e 3 dall’inizio della class action promossa da Altroconsumo in Italia, riteniamo che Volkswagen non possa più venire meno alle sue responsabilità: basta con i rinvii, è ora di risarcire gli oltre 75 mila consumatori italiani che si sono uniti alla nostra battaglia e pretendono giustizia”.