Digital Gaming e il futuro della formazione: Vincenzo Morabito (Bocconi), “L’educazione digitale è “the new big thing” dei prossimi anni”
Vincenzo Morabito: “L’educazione digitale è the new big thing dei prossimi anni”
Con l’emergenza Covid-19 non solo la maggior parte della forza lavoro è stata costretta a lavorare da casa, in modalità smartworking, ma anche tutte le attività legate alla formazione, da quella primaria fino alle università ed i programmi di formazione post-laurea e professionali, si sono dovute forzatamente ridisegnare in digitale.
Scuole primarie, secondarie, università, business schools e perfino le imprese, con i loro centri di formazione interna, hanno inizialmente accusato il colpo, molto spesso impreparate ad affrontare l’emergenza che ha colpito pesantemente le formazione tradizionale, ma stanno reagendo ora molto bene, grazie a iniziative individuali e sforzi personali (come ad esempio nelle scuole pubbliche di formazione primaria e secondaria grazie alla proattività degli insegnanti), ma anche a vere e proprie iniziative di riprogrammazione dei Piani Formativi per Università e imprese, che hanno comportato significativi investimenti in tecnologie per l’e-learning.
Il professor Vincenzo Morabito, che insegna Sistemi Informativi aziendali presso l’Università Bocconi ha avuto modo di verificare sia dal lato delle Università che da quello delle imprese, quanto questa emergenza abbia investito il settore della formazione, spingendo anche in questo campo verso una digitalizzazione completa tutte le attività.
Vincenzo Morabito: “Investimenti verso una modalità digitale di fare formazione”
“Il mercato mondiale della formazione in modalità e-learning – sottolinea il professor Vincenzo Morabito – alla fine dello scorso anno era stimato in 325 miliardi di dollari entro il 2025. L’emergenza Covid-19 ha ulteriormente alzato queste stime, Università ed imprese stanno spostando i loro investimenti ed i loro programmi, già in corso, verso una modalità completamente digitale di fare formazione. Non è semplice: fare formazione solo in digitale significa trasformare non solo lezioni tradizionali d’aula bensì momenti di esercitazione, esami e verifiche, materiale in autoformazione, ricevimento studenti, tesi di laurea etc…
Tutti i docenti, di ogni ordine e grado hanno realizzato uno sforzo encomiabile di riorientamento delle loro attività, contando su infrastrutture digitali che però non sempre e non in tutti gli Atenei sono robuste, affidabili, performanti in una situazione di emergenza come questa. Senza contare il costo di molti di questi applicativi, si pensi ad esempio ai tools da integrare per permettere di connettersi da remoto o sostenere esami in modalità sicura e controllata, senza frodi, oggi che il tema della cybersecurity è così critico per tutti.Per le imprese portare la formazione tutta in digitale – sottolinea Morabito – è a volte ancora più complicato. Quelle di respiro internazionale e di più grandi dimensioni, da tempo hanno utilmente spostato la maggior parte dei loro programmi di formazione interna in modalità digitale ed integrata: webinar, aule virtuali, manualistica digitale, digital games, digital communities. Il tutto fruibile anche in modalità mobile, per il personale sempre in movimento. Ma la maggior parte delle imprese ancora sta confrontandosi con la difficoltà di portare in digitale i tanti programmi di formazione (per operativi, professionals e manager), alcuni già avviati nel periodo del lockdown. Non tutte hanno una piattaforma di e-learning interna, né le competenze per allestire in digitale i programmi di formazione, gestendone gli aspetti didattici, tecnici, grafici, organizzativi e logistici.
Questa difficoltà apre una finestra strategica importante per il settore della formazione digitale: per chi sarà in grado di proporre offerte formative “chiavi in mano”, che integrino la gestione tecnica, organizzativa, didattica di percorsi completamente digitali. Non è semplice trovare in questo momento offerte così complete, che presuppongono capacità integrate di natura contenutistica e tecnica, che sfruttino le più attuali tecnologie digitali al servizio della formazione. Si pensi ai digital games che si possono realizzare sulle procedure interne aziendali, di grandissima efficacia nell’apprendimento: servono analisti di processo, grafici, tecnici informatici, veri e propri instructional designers…insomma non è semplice disporre di team ibridi così variegati”
Le tecnologie digitali più avanzate per la formazione sulle quali investire nei prossimi anni
Il professor Vincenzo Morabito ci indica almeno due trend per la formazione digitale dei prossimi anni, ai quali prestare attenzione:
La realtà aumentata: che può permettere di proiettare la realtà di fenomeni complessi, a volte complicati da comprendere nel loro insieme da parte degli studenti, coinvolgendoli per esempio in esercizi altamente interattivi, simulando la realtà. Si pensi a procedure aziendali pervasive e complesse sulle quali istruire le persone
Il digital game: i giochi, sostiene il professor Morabito, possono essere utilizzati come modalità di apprendimento molto efficace, attraverso un sistema immersivo ricco che combina narrativa, tecnologie digitali e realtà del contesto, soprattutto se disegnati sulle procedure aziendali nel training. In questo momento, soprattutto per abilitare il teamworking possono essere molto utili per esercitare alcune attitudini come il pensiero critico, il coraggio della partecipazione, la vista sistemica, la condivisione.
Ma la trasformazione più dirompente si ottiene abbinando le applicazioni di Artificial Intelligence, alla Realtà Aumentata ed al Digital Gaming, che stanno per entrare insieme in una fase di vero e proprio “boom”, si prevede infatti che la loro crescita, nell’ambito del settore e-learning, avrà un tasso del 33% annuo, fino al 2024. Questo nuovo comparto, che viene chiamato “game based learning” è sostanzialmente diverso dal concetto di “gamification” perché oltre al concetto base di apprendimento attraverso il gioco, utilizza motori di tracciamento dei dati delle azioni, intervenendo con motori analitici che permettono di evidenziare precisamente i gap di competenze e/o punti di criticità nei processi sui quali il game è stato costruito. Questo permetterà nel prossimo futuro di personalizzare i percorsi formativi, sfruttando perfino le neuroscienze, la psicometria, le scienze del comportamento, la psicologia. Tra qualche anno la formazione digitale potrà essere più efficiente di quella tradizionale e quando l’emergenza sarà finita l’integrazione in modalità blended dei programmi formativi rappresenterà la nuova frontiera della formazione
Chi è Vincenzo Morabito, professore all’Università Bocconi
Il professor Vincenzo Morabito è associato di Management dei Sistemi informativi all’Università Bocconi di Milano presso il Dipartimento di Management e Tecnologia.
Si è laureato in Economia e Commercio con lode alla LUISS. Successivamente, ha conseguito il Dottorato di ricerca in Economia e Management alla Bocconi, dove insegna tutt’ora.
Esperto di organizzazione aziendale e di sistemi informativi a livello di impresa con specifico riferimento al rapporto IT-produttività e governance dei sistemi informativi e innovazione digitale. Numerose le ricerche e le collaborazioni di livello internazionale, tra cui quelle negli Stati Uniti, presso l’University of Florida e il prestigioso MIT – Massachusetts Institute of Technology.