Disco verde ieri dal consiglio di amministrazione di Intesa SanPaolo al prestito da 6,3 miliardi di euro a Fiat Chrysler. Sarà tutto dedicato alle attività italiane del gruppo e permetterà a Fca di retribuire i dipendenti, di pagare i fornitori strategici per la produzione nelle fabbriche italiane e di mettere in sicurezza la realizzazione degli investimenti, in particolare quelli dedicati allo sviluppo e all’elettrificazione dei nuovi modelli.
La delibera sarà efficace appena arriverà la garanzia pubblica, riconosciuta da Sace, pari all’80% dell’ammontare e una volta completato l’iter contrattuale con Fca Italy.
Tale garanzia sarà oggetto di un decreto del Mef e sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dopo l’approvazione da parte della Corte dei Conti, così come previsto dal decreto Liquidità.
Il prestito verrà restituito da Fca entro tre anni. L’azienda ha assicurato nei giorni scorsi che il finanziamento “è destinato esclusivamente alle attività italiane e al sostegno della filiera automotive in Italia, composta da circa 10.000 piccole e medie imprese”.
L’operazione, che non ha mancato di suscitare alcune polemiche, servirà al gruppo presieduto da John Elkann per portare avanti il piano da 5 miliardi di investimenti per gli stabilimenti italiani, per le spese relative al personale e i pagamenti dei fornitori.
Per garantire il rispetto degli impegni assunti, in particolare quelli relativi al pagamento dei fornitori strategici, Intesa Sanpaolo ha definito un meccanismo innovativo che prevede l’utilizzo di conti correnti dedicati per la retribuzione dei dipendenti, i pagamenti dei fornitori e il supporto degli investimenti, così da assicurare sostegno alla filiera.
“Apprendiamo che è arrivato il via libera del cda di Intesa Sanpaolo al prestito da 6,3 miliardi di euro richiesto da FCA con garanzia Sace come previsto dal decreto legge Liquidità. Alla luce della conferma della fusione prevista per il 2021 tra Fca e Psa e vista la crisi del settore, in tutta Europa i principali governi, Francia e Germania, stanno intervenendo per mettere in sicurezza l’industria dell’automotive.
Il Governo italiano provveda al più presto alla convocazione di un incontro con i sindacati sul futuro occupazionale dei lavoratori di Fca dell’automotive per sostenere l’innovazione e la produzione negli stabilimenti italiani” ha dichiarato Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive e Simone Marinelli, coordinatore nazionale Fca per la Fiom-Cgil, invitando il Governo italiano a farsi “promotore di un piano presso l’Unione europea e in particolare con il Governo francese sul settore della mobilita’. E’ un momento storico, lo Stato non lasci soli le lavoratrici e i lavoratori del settore”.