Il titolo di Monte dei Paschi di Siena marcia spedito a Piazza Affari grazie al via libera ufficioso incassato dalla Commissione europea alla costituzione di una bad bank per l’acquisizione dei crediti deteriorati dell’istituto senese. Le azioni Mps alle 13 e 30 circa sono in rialzo del 16,48%.
A sgomberare il campo dai dubbi è stata la commissaria Ue alla Concorrenza Margrethe Vestager, che ha “dato conforto alle autorità italiane” sul fatto che la bad bank non costituirebbe un aiuto di stato a beneficio di Mps. “Ci sono contatti in corso, da quanto possiamo vedere non si tratta di una operazione di aiuto (pubblico) ed è stata decisa prima della crisi del coronavirus: spetta a ogni stato decidere se notificare o meno, finora l’Italia non ha fatto una notifica“, ha detto durante un colloquio con un’agenzia di stampa.
Lo stato, tuttavia, non potrà avere ripensamenti sull’uscita dal capitale di Mps: “Uno degli impegni della banca è che alla fine verrà venduta”, ha dichiarato Vestager sul punto. La vendita di tutte le quote da parte dello Stato è prevista entro il 2021.
I prossimi passi dell’operazione
L’operazione che prevede una scissione di Mps attende ora il via libera della Banca centrale europea, dalla quale non si prevedono ostacoli alla creazione della bad bank. A quest’ultima verrebbero conferiti 9,7 miliardi di crediti deteriorati che verrebbero gestiti da Amco (ex Sga) una società controllata dal Ministero dell’Economia specializzata nel recupero crediti.
Secondo gli analisti di Equita l’operazione bad bank potrebbe ridurre “l’Npe ratio di Mps”, ovvero il rapporto fra i crediti deteriorati sul totale dei crediti erogati, “dal 13,2% registrato alla fine del primo trimestre al 2,1%”, rendendo “Mps più appetibile” nell’ottica di future acquisizioni, e “favorendo una exit strategy del Mef, anche se non è da escludere la possibilità che il governo possa puntare al pieno controllo per completare l’uscita in tempi più lunghi”.