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(WSI) – L’intervento della procura di Milano nella partita tutta finanziaria per il controllo di Banca Antonveneta ha allungato irrimediabilmente i tempi delle operazioni finanziarie messe a punto dalla Popolare Italiana. Con la chiusura per ferie dei Tribunali fino al 15 settembre e con la pletora di incartamenti che i legali lodigiani dovranno esaminare, con l’Opas e l’Opa obbligatoria congelate e con le garanzie bancarie a sostegno delle offerte in scadenza a ottobre, il mese prossimo sarà terribilmente impegnativo per la Bpi. Il nuovo amministratore delegato dell’istituto lombardo, Giorgio Olmo, secondo quanto risulta a F&M, ieri ha convocato i vertici della Popolare proprio per fare il punto della situazione.
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Tutte le ipotesi percorribili sono state vagliate dal management, inclusa quella del disimpegno da Antonveneta. La tattica da seguire implicherebbe una ritirata strategica attuabile con una valorizzazione della quota detenuta nella banca padovana. In questo modo, ci si mostrerebbe disponibili al diktat della procura di Milano: «Vendi!». E si sbloccherebbe la situazione di impasse. L’atteggiamento collaborativo non si tradurrebbe però in una sottomissione ad Abn Amro che i pm considerano parte lesa. L’istituto guidato da Rijkman Groenink ha infatti sempre a disposizione la possibilità di ottenere una ricca plusvalenza cedendo il proprio 29,9% all’Opas lodigiana, che è sospesa e non è stata dichiarata decaduta.
Le soluzioni percorribili, in questo caso, sarebbero due e non passano per l’Olanda. In primo luogo, si potrebbe optare per un’asta internazionale alla quale parteciperebbero istituti italiani e stranieri ai quali offrire il 40,86% di Antonveneta in mano al patto parasociale guidato da Bpi. In seconda battuta, si potrebbe stringere un accordo con una grande banca italiana. Come anticipato da F&M, si tratterebbe di Banca Intesa che starebbe esaminando i vari risvolti dell’eventuale Opa.
Una soluzione non sgradita al mercato. La quota dei pattisti potrebbe essere rilevata a 26,5 euro per azione lanciando poi un’Opa obbligatoria allo stesso prezzo. Se l’istituto guidato da Corrado Passera scendesse in campo, Abn Amro avrebbe a sua volta due scelte: offrire di più o aderire all’Opa. Un prolungamento della telenovela-Antonveneta sarebbe a quel punto difficilmente ipotizzabile. Ma soprattutto Bpi non uscirebbe sconfitta fino in fondo dalla vicenda. Una volta rilevata la banca veneta, Banca Intesa avrebbe qualche problema di sovrapposizione di sportelli (e di Antitrust) perché Antonveneta opera nelle stesse aree di forza delle ex Cariplo e Ambro-Veneto. E, in questo caso, Lodi, tutelato il precedente investimento, potrebbe proporsi per rilevare le filiali che l’authority sicuramente obbligherà a dismettere.
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