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Torna fiducia sul debito Italia, boom di richieste per il nuovo Btp a dieci anni

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I Btp italiani confermano il loro appeal agli occhi degli investitori. L’ultima attestazione dell’attrattività della “carta italiana” è arrivata ieri dal boom di domanda registrato dal nuovo BTP a 10 anni, scadenza 1° dicembre 2030, offerto per un importo complessivo di 14 miliardi. L’operazione, annunciata a sorpresa martedì 2, ha fatto scattare una vera e propria corsa all’acquisto.

Il collocamento è stato effettuato mediante sindacato, costituito da sei lead manager, BNP Paribas, Citigroup Global Markets Ltd, HSBC France, Monte dei Paschi di Siena Capital Services Banca per le Imprese, NatWest Markets PLC e UniCredit e dai restanti Specialisti in titoli di Stato italiani in qualità di co-lead manager.

Il boom di richieste, che hanno superato la soglia dei 100 miliardi di euro, sancisce anche il ritorno degli investitori stranieri. Il titolo è stato collocato al prezzo di 99,520 corrispondente ad un rendimento lordo annuo all’emissione dell’1,707%”

Il nuovo record appare dunque un segnale ancora una volta inequivocabile della capacità dei rendimenti italiani di attirare l’attenzione del mercato. Questo grazie alle misure Bce in arrivo e al recovery fund della Ue. Oltre all’intervento con il Pepp, da 750 miliardi di euro già operativi da aprile, Francoforte potrebbe nella riunione di oggi, giovedì, rafforzarne la dotazione con evidenti vantaggi per la tenuta dei titoli di Stato italiani.

Già con il Btp Italia e poi con le aste di fine mese, il mercato aveva registrato un primo riflusso della domanda estera che si era eclissata nei mesi di marzo e aprile, come certificato dai dati Bce, e segnalato dall’aumento dello spread di marzo oltre 280 punti. I timori degli investitori si sono rasserenati di fronte alle misure delle istituzioni comunitarie e ai segnali di affievolimento dell’epidemia con la graduale riapertura dell’economia e della circolazione.

“Se l’Italia toglie gli elementi di disturbo percepiti dai mercati in merito al rischio sul suo debito” spiegano dalle sale operative “è in grado di offrire dei rendimenti interessanti agli investitori nazionali e domestici in un contesto di tassi compressi”. Il flusso sostenuto di ordini nelle primissime ore della mattinata nel quale il book era già salito a 85 miliardi, ha permesso al Mef di far scendere il tasso dai 15 punti base rispetto al benchmark fino ai 9 punti”. E’ chiaramente una domanda di investitori istituzionali, non speculativa” spiegano fonti di mercato.