Il mese di luglio inizia all’insegna della trasparenza sui costi per Fineco Asset Management, società di gestione del risparmio interamente partecipata da Fineco Bank. L’asset manager punta su un approccio più trasparente nei confronti del cliente e per questo, in occasione del secondo anniversario dalla sua nascita, ha lanciato il bollino “No Performance Fees”, con l’obiettivo di sensibilizzare l’intero settore del risparmio gestito sull’impatto delle commissioni di performance sulla sostenibilità del business e sulla relazione con il cliente finale.
“Oggi vogliamo promuovere il concetto di sostenibilità evoluta, che passa dal principio di fair price, vale a dire giusta remunerazione del servizio erogato alla clientela.
Per farlo, proponiamo un bollino No Performance Fees che permetta a tutti gli stakeholder di distinguere quei fondi di investimento e quegli asset manager che non applicano le commissioni di performance, una componente addizionale di costi a danno dei risparmi della comunità. Insomma, vogliamo identificarci come operatori pienamente sostenibili”, commenta Fabio Melisso, CEO di Fineco Asset Management.
Quello delle commissioni di performance è uno dei temi più controversi all’interno del mondo del risparmio gestito e della consulenza finanziaria. Il manager ha ricordato che nel 2019 in Italia sono state pagate commissioni di performance per 800 milioni di euro. “Costi che si sono aggiunti a quelli ricorrenti e che dal nostro punto di vista rendono insostenibile il prezzo di alcuni prodotti. Si tratta di 800 milioni di costi spariti dal risparmio”.
Melisso ha più volte evidenziato che Fineco Asset Management fino a oggi non ha mai applicato “un euro di performance fee. Saranno i numeri a dire se stiamo andando nella giusta direzione”.