Il contenuto di questo articolo esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
(WSI) – Il governo voleva evitare (una volta tanto) una legge ad personam, cioè contro Fazio. E’ finita che ha varato una riforma ad personam al contrario, in cui si cambiano alcune cose tranne Antonio Fazio. Per Silvio Berlusconi, infatti, il mandato a termine si applica al prossimo governatore. Certo, le dimissioni restano tra le cose possibili, e chi lo può escludere. Berlusconi su questo non si è espresso né in consiglio dei ministri né in conferenza stampa. Per Matteoli (An) sarebbero una conseguenza inevitabile. Per Maroni e la Lega, al contrario, il governatore a questo punto deve restare. Insomma, il governo resta diviso tra fazisti e antifazisti, esattamente come prima. E’ evidente, perché le ambiguità si annidano nel provvedimento approvato e ancor più nel non detto.
Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Scopri i privilegi delle informazioni riservate, clicca sul
link INSIDER
Il mandato a termine è una passo avanti, ma siccome è postdatato perde ogni efficacia. La maggiore trasparenza è buona cosa, tuttavia il direttorio continua a nominarlo il governatore, non è un board modello Bce o Fed. E’ giusto sottrarre la proprietà alle banche per sciogliere l’intreccio perverso tra controllante e controllato. Ma se si pensa di passarla al Tesoro e alle regioni, si introduce il peggior modello, quello Rai. Il governatore, infatti, continua ad essere nominato dal consiglio superiore della banca che, a quel punto, verrebbe spartito tra rappresentanti del Tesoro e degli enti locali, manuale Cencelli alla mano. La riforma più importante, cioè passare all’antitrust la concorrenza bancaria, è stata esclusa.
Peggio ancora il non detto, quello che viene sottinteso da molti ministri o addirittura ammiccato, suggerito: Fazio verrà spinto a dimettersi. Come? Speriamo che non avvenga sotto la pressione non dei media, ma della magistratura, sarebbe la soluzione peggiore. Oppure: in Parlamento cercheremo di introdurre quel che non è stato possibile fare adesso, cioè la separazione della concorrenza. E come, se il ddl sul risparmio giace da un anno ed è diventato la tela di Penelope tessuta dalla Camera e disfatta dal Senato? Quanto ai tempi per il varo della riforma, c’è un legittimo dubbio sulla possibilità che avvenga prima che vengano sciolte le Camere. Insomma, tra limiti, pasticci e colpi bassi, non ci possiamo lamentare se poi agenzie straniere che muovono i mercati, come Reuters, riducono tutto questo barocco andirivieni a una semplice sostanza: Fazio è «untouched», anzi «untouchable».
Copyright © Il Riformista per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved