Società

FIAT, SPUNTA
DAIMLER-CHRYSLER

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(WSI) – «Stiamo lavorando per realizzare, entro l´anno, almeno un´altra alleanza mirata per lo sviluppo dell´auto». Questo annuncio di Sergio Marchionne arriva nel giorno dell´esordio della Grande Punto e riapre un capitolo col quale la Fiat potrebbe scrivere la parola fine alla sua crisi e che lascia indovinare sullo sfondo il profilo della DaimlerChrysler. «Sarà un´alleanza industriale e non finanziaria, costruita per rafforzare la nostra capacità di sviluppo di prodotto e di utilizzo dei nostri impianti», ha precisato l´amministratore delegato del Lingotto, aggiungendo che «ci stiamo lavorando e non ci sarà molto da aspettare». Per conoscere il nome, l´occasione potrebbe essere il prossimo salone internazionale di Francoforte o, subito dopo, la definizione del nuovo assetto azionario a seguito dell´esercizio del convertendo da parte delle banche creditrici.

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Marchionne ha escluso possa trattarsi di un asiatico mettendo così a tacere le voci che volevano in arrivo a Torino i cinesi della Saic (Shangai Automotive Industry Corporate) o gli indiani del gruppo Ratan Tata e dunque anche giapponesi e coreani. Ed ha aggiunto che l´alleanza «in un certo senso sarà europea». Ora nel vecchio continente il Lingotto ha già in piedi una proficua collaborazione con Peugeot e, quanto ad altri possibili nomi, la forte concorrenza fa apparire improbabile un legame con Renault e Volkswagen. La storia recente e passata induce a scartare nell´ordine Gm e Ford. Resta in piedi il canale che porta a Stoccarda, alla DaimlerChrysler con la quale, secondo indiscrezioni, c´è qualcosa di più che un pour parler.

Se ciò è vero la mossa di Marchionne potrebbe essere tale da coinvolgere tutti i marchi del gruppo torinese, dalla gamma medio-piccola a quella alta. E, ironia della sorte, si realizzerebbe cinque anni dopo, in situazioni mutate e con contenuti diversi, l´accordo che venne accantonato nel marzo del 2000 quando in extremis venne preferita a questa alleanza quella con la Gm. In ogni caso, oggi Marchionne può pensare a un´ipotesi come questa perché è al comando di un gruppo, quello che ha progettato e produce la Punto, che «sta tornando ad essere forte, dinamico, creativo e con i conti in ordine». Davanti ai giornalisti che ieri mattina affollavano la platea del Palavela tutta per lui dopo la serata di Montezemolo egli ha insistito su questo aspetto.

Mentre su un maxischermo alle sue spalle scorrevano i nomi di tutti i lavoratori addetti alla Grande Punto, le immagini della vettura e lo spot affidato alla fantasia di Vasco Rossi, Marchionne ha riproposto i risultati economici e finanziari del gruppo che oggi consentono di guardare al futuro con serenità. «Lo possiamo fare grazie anche alla forte riduzione dell´indebitamento che sarà inferiore al 50 per cento del patrimonio netto a fine settembre. Un risultato che non veniva raggiunto da molti anni» e che oggi gli fa dire che «gli obiettivi fissati per il 2005 sono quindi a portata di mano».

Questo risultato è stato possibile anche al «profondo cambiamento culturale e di mentalità». Nel quale si colloca di diritto la Grande Punto, una vettura la cui missione, come sottolineato da Luca De Meo, capo del marchio Fiat, è quella di «trascinare e accelerare il rinnovamento dell´azienda». L´amministratore delegato del Lingotto ha ricordato i programmi del prossimo quadriennio, 20 nuove auto e 23 aggiornamenti con 10 miliardi di euro di investimenti. Ed ha ribadito che non ci saranno chiusure di stabilimenti in Italia. Un riconfermato impegno che rassicura i lavoratori da Mirafiori a Melfi dove si costruirà la vettura. E che fa dire ad Epifani di avere trovato «intelligente il grande impegno messo per presentare il nuovo modello perché era ora che la Fiat rialzasse la testa e affrontasse la sfida di mercato con più orgoglio di se stessa».

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