Economia

Target2: nuovo record di passività per l’Italia

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Il saldo del sistema dei pagamenti dell’Eurozona, Target2, ha registrato un nuovo record di passività per l’Italia nel mese di giugno: lo ha messo in evidenza la Banca d’Italia, che ha calcolato un rosso da 536,722 miliardi di euro, in aumento dai 517,347 miliardi del mese precedente. Nel frattempo il surplus della Germania in Target2 ha raggiunto un nuovo record a 995 miliardi di euro.

Durante la crisi del 2011 l’attenzione degli addetti ai lavori si era subito concentrata sui saldi Target2, che allora erano considerati come un termometro della fiducia del mercato nel confronti di un determinato Paese.
Una fuga di capitali costituita dalla vendita dei titoli italiani da parte di soggetti esteri aveva contribuito, allora, ad ingrossare le passività del saldo italiano (e a gonfiare il surplus della Germania, verso la quale confluivano gli acquisti dall’estero).

 

Il significato dei saldi Target2 dopo il Qe

A partire dall’avvio del Quantitative easing, nel 2015, i saldi Target2 hanno ricominciato a riallargarsi inesorabilmente, ma il significato di questi squilibri è profondamente cambiato, hanno assicurato a più riprese dall’Eurotower.

Nell’ambito del Qe, infatti, a condurre gran parte degli acquisti sono le banche centrali nazionali: nel momento in cui queste ultime acquistano un titolo di stato nazionale da un soggetto non residente, tale acquisto viene contato come una passività nel sistema dei pagamenti di Target2 (rimandiamo al sito Bce per comprenderne i dettagli contabili).
Lo stesso Mario Draghi aveva affermato nel luglio 2018 che con l’uscita dal Qe gli squilibri di Target2 si sarebbero ridotti, cosa effettivamente avvenuta l’anno scorso, quando, a partire da gennaio, gli acquisti aggiuntivi della Bce si erano interrotti.

Nel 2011, quando l’attenzione verso i saldi Target2 era massima, gli squilibri erano accompagnati da notevoli allargamenti degli spread sui debiti pubblici. Oggi ci si appassiona meno nell’osservare i saldi del sistema di pagamenti, in quanto, pare evidente dall’andamento degli spread, a muoverli è soprattutto l’intervento della Bce.