Economia

Crisi: sei famiglie su dieci quest’anno non andranno in vacanza

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Sei famiglie su dieci rinunceranno alle vacanze quest’anno come emerge dall’ultimo ‘Termometro Italia’ sulle famiglie realizzato da Innovation Team, società di ricerca del Gruppo Cerved, tra i principali operatori italiani nella gestione del rischio di credito.

Le famiglie rinunciano ai viaggi

Le ragioni che hanno spinto le famiglie italiane a rinunciare a fare le valigie e partire per le località turistiche è prevalentemente economica (41%), ma c’è anche un buon terzo (31,5%) che risulta frenato dalle preoccupazioni per la salute e dalle restrizioni imposte alla vita sociale e allo svago. Il 14,6% sceglie di rinviare il viaggio a quando potrà scegliere liberamente la meta e il 12,6% di chi le ferie ha dovuto usarle durante il lockdown. Dalla ricerca inoltre emerge che sette famiglie su dieci modificheranno le abitudini estive. A quel 37,1% che per la prima volta rimarrà a casa si somma infatti il 32,9% di coloro che sceglieranno mete differenti, in particolare (59%) località italiane invece del consueto viaggio all’estero, oppure luoghi meno affollati (34,2%), alloggi più isolati (25,7%) o la seconda casa (8,4%). In generale saranno vacanze più brevi, anche perché in molti (26,8%) avranno meno giorni di ferie. Appena l’8,8% farà come ha sempre fatto.

L’impatto della crisi sui redditi

La ricerca inoltre rivela che diminuiscono coloro che vedono ridotto il loro reddito (dal 74,5% di aprile al 66,7% di luglio), tuttavia aumentano i nuclei familiari che devono fare un ricorso massiccio ai risparmi (dal 18,6% al 24,3%) su un 55,3% che deve comunque intaccarli. Particolarmente colpite restano le famiglie le cui entrate si basano sul lavoro autonomo: 8 su 10 hanno subìto una significativa riduzione del reddito, addirittura drammatica per il 27,3%, e 7 su 10 hanno utilizzato i risparmi, il 36,1% in modo consistente. Per il 60,8% degli autonomi la ripresa è insoddisfacente, nel 28% dei casi sono ancora con il lavoro bloccato.

7 famiglie su 10 (73,8%) pensano che i prossimi mesi saranno un periodo difficile, nel quale occorrerà fare rinunce. Per il 15,9% (in diminuzione sul 22,4% di aprile) bisognerà fare rinunce anche su bisogni primari, come salute e istruzione. Le paure più grandi restano quelle di perdere i risparmi (43%), il reddito (37%) e il lavoro (30%) e la percezione del futuro resta negativa anche su un orizzonte più lungo: il 66,5% degli intervistati si attende per l’anno prossimo un peggioramento della situazione economica generale, il 29,2% della propria condizione lavorativa e il 40,2% della condizione economica familiare.