La riunione del Consiglio europeo che proverà, ancora una volta, a raccogliere un consenso unanime dei Paesi membri intorno al Recovery fund, è slittata di due ore e, secondo le tempistiche annunciate, ha preso il via alle ore 18.
Le aspettative per il meeting più lungo nella storia dell’Unione europea sono crescenti nei confronti dei leader europei, che da venerdì scorso hanno lottato duramente per definire la governance, il valore dei fondi e l’equilibrio fra prestiti e sussidi, nonché alcune condizionalità ritenute controverse come il rispetto del rule of law.
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a colloquio con i giornalisti ha manifestato alcuni segnali di ottimismo sul fatto che le resistenze possano essere superate:
“Questa notte abbiamo lavorato fino all’alba, direi che c’è stata una svolta, dobbiamo essere ancora cauti fino alla fine, fino a quando non c’è la stretta finale, non valutiamo tutti gli aggiornamenti dobbiamo essere cauti. Direi che sono cautamente ottimista”.
Fra i maggiori temi di scontro è stata la proposta, avanzata dall’Olanda di Mark Rutte (in foto), di chiedere il voto unanime in Consiglio per l’approvazione dei piani di riforma ai quali è condizionata l’erogazione degli aiuti.
“Non permetterò mai che un singolo Paese” possa avere un potere di veto sui piani di riforma, ha detto il premier Conte, chiarendo che su questo l’Italia non è disposta a cedere. Il duro scontro fra gli stati membri, ha ammesso il premier, ha “rischiato di appannare gli obiettivi comuni”, ma, ha aggiunto, “non possiamo guardare a l’ombelico nazionale… lo dobbiamo per i nostri cittadini, data la gravità delle conseguenze di questa crisi. Non è più tempo di tergiversare”, ha detto Conte.
Cresce l’ottimismo anche per la cancelliera tedesca, Angela Merkel: “Dopo lunghi colloqui ieri sera, abbiamo elaborato un quadro per un possibile accordo. E’ un progresso e dà speranza che forse oggi un sarà fatto un accordo, o almeno che sia un accordo possibile”.