La convergenza delle rinnovate tensioni diplomatiche fra Usa e Cina con la persistente andatura dei nuovi contagi da Covid-19 sta favorendo le quotazioni del bene rifugio per eccellenza. L’oro ha raggiunto un nuovo massimo storico essendo cresciuto più del 2% a un prezzo attualmente attestato a 1.942 dollari l’oncia.
Vari analisti sono convinti che lo slancio del metallo giallo sia destinato a proseguire.
“Pensiamo che lo slancio attuale nei prossimi mesi supererà i 2.000 dollari l’oncia. La domanda chiave è di quanto aumenterà il rally una volta raggiunto tale livello”, ha detto a Cnbc Vivek Dhar, analista delle materie prime presso la Commonwealth Bank of Australia. Lo stesso Dhar aveva affermato in una nota precedente al raggiungimento dei nuovi massimi storici che “il driver più importante” per il rialzo del prezzo dell’oro è la caduta dei rendimenti reali del titolo Treasury decennale.
“Mentre pensiamo che l’oro continuerà a essere supportato dall’aumento delle tensioni geopolitiche, a nostro avviso i principali fattori trainanti del prezzo dell’oro sono la sua correlazione negativa con i tassi di interesse reali e il dollaro”, ha scritto, il cio di Ubs, Mark Haefele in una nota ai suoi clienti, “riteniamo che questi tre fattori, in combinazione con la crescita limitata dell’offerta, man mano che l’attività estrattiva continua a frenare la spesa in conto capitale, spingeranno i prezzi dell’oro verso l’alto”.
“Penso che la seguente sia la storia dell’anno nei mercati finanziari”, ha dichiarato Peter Grosskopf, amministratore delegato di Sprott, società specializzata in metalli preziosi con 12 miliardi di dollari in gestione, “l’oro è finalmente arrivato a Main Street in qualità di risorsa che le persone hanno effettivamente bisogno di tenere in portafoglio”.