E’ in corso, in Senato, l’iter di approvazione del nuovo scostamento di bilancio proposto dal governo: un intervento di spesa pubblica che accrescerà il disavanzo di ulteriori 25 miliardi di euro. L’esito della votazione non può dirsi scontato.
L’esecutivo ha richiesto tale mandato parlamentare per poter varare un nuovo decreto-agosto, per il quale si prevedono nuovi interventi a sostegno dell’economia, ancora fiaccata dalla crisi-covid.
I contorni politici della votazione
Sotto il profilo politico i contorni della maggioranza potrebbero subire alcune modifiche, con la possibilità che Forza Italia decida di votare a favore del provvedimento (“Un sì non scontato” ha dichiarato il presidente, Silvio Berlusconi). Il centrodestra in tutte le sue componenti, poi, è intervenuto in una lettera aperta firmata anche da Giorgia Meloni e Matteo Salvini: l’appello lanciato al governo è quello di esprimersi in Aula “su come si intenda impiegare queste nuove ingenti risorse… sulla base di questo l’opposizione unita deciderà come comportarsi”. Le condizioni dettate dal centrodestra sulle colonne del Sole 24 Ore sono le seguenti:
“riduzione del 50% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per le aziende colpite dalla crisi che non riducono il numero di occupati; sospensione del decreto Dignità e reintroduzione dei voucher per tutti i settori; immediata attuazione della sentenza della Corte Costituzionale che chiede l’adeguamento delle pensioni di invalidità.
Le conseguenze sul debito pubblico
Sotto il profilo tecnico-finanziario, altri 25 miliardi di debiti contribuiranno a rendere più complessa la exit strategy del governo, che a partire dal prossimo anno dovrà fare i conti con un debito pubblico ancora maggiore. Secondo il presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, Giuseppe Pisauro, le informazioni disponibili “mostrano forti peggioramenti dei saldi di finanza pubblica rispetto allo scorso anno, destinati ad aumentare anche per i nuovi interventi attesi”, ha affermato in audizione “il deficit risulterebbe più elevato di quello previsto dal Governo, in misura di poco superiore al mezzo punto percentuale di Pil”, ha aggiunto. Inevitabilmente andrà ad aumentare ulteriormente il rapporto debito/Pil, il quale, “risentendo delle varie determinanti e in particolare del più sfavorevole contributo dell’andamento negativo del prodotto, potrebbe essere più elevato di circa tre punti percentuali”. Insomma, con lo scostamento di bilancio che si sta decidendo in queste ore “il debito potrebbe superare il 160 per cento del Pil”, ha dichiarato il numero uno dell’ufficio tecnico del parlamento sui conti pubblici.
Nel corso della stessa audizione, il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha assicurato che il piano di rientro del debito sarà presto sul tavolo del governo: “A partire dalla nota di aggiornamento al Def il governo elaborerà una strategia di rientro dall’elevato debito pubblico che punterà a una crescita economica assai più elevata che in passato e fisserà degli adeguati e sostenibili obiettivi per i saldi di bilancio quando cominceremo a raccogliere i frutti di quanto ci apprestiamo ad avviare”, ha affermato.