Società

SCANDALO FAZIO: NON C’ E’ LIMITE
AL GROTTESCO

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(WSI) – Giulio Tremonti ha praticamente cacciato Fazio da Washington. Dopo un burrascoso colloquio col governatore di Bankitalia, il ministro dell’Economia gli ha revocato la delega a rappresentare l’Italia in seno al Development committee della Banca Mondiale e ha delegato al suo posto il “ministro degli Esteri” di via XX Settembre, Ignazio Angeloni. Lo riferiscono fonti della Banca mondiale sottolineando che in base allo statuto spetta per l’appunto al ministro delegare il proprio rappresentante, anche se in passato la delega era sempre stata attribuita in automatico al governatore.

Diversa la versione fornita da ambienti della Banca d’Italia che sottolineano come Fazio avrebbe partecipato regolarmente a Washington a tutti gli incontri previsti dal programma per i governatori delle banche centrali, mentre “la presenza al Development Committee è potere-dovere dei ministri dell’Economia o del Bilancio o degli Affari sociali”.

Fatto sta che Fazio ha deciso comunque di abbandonare i lavori della Banca mondiale e rientrare subito in Italia. Il Falcon privato con a bordo il governatore “sfiduciato” è atterrato a Ciampino intorno a mezzogiorno. Per la Banca d’Italia sono rimasti a Washington il vice direttore generale, Pierluigi Ciocca, e il funzionario generale, Ignazio Visco.

La situazione assume insomma caratteri sempre più paradossali, ma il ministro del Welfare Roberto Maroni si sforza comunque di minimizzare con una battuta: “La situazione si appesantisce? Più pesante di così mi sembra difficile”, ha chiosato l’esponente leghista. “Per noi – ha aggiunto – la partita è chiusa. Ci occupiamo d’altro, finanziaria e Tfr. Domani sento Tremonti per parlarne”.

Comprensione per la scelta di Tremonti è stata espressa dal ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno. “Un gesto doloroso ma inevitabile rispetto a ciò che è successo”, ha dichiarato Alemanno. “E’ una conseguenza della scelta che ha fatto il governo di ritirare la fiducia al governatore – ha aggiunto – Il ministro dell’Economia si è comportato di conseguenza”.

Perentorio invece il commento del segretario di Rifondazione Fausto Bertinotti. “Delle due l’una: o si dimette il governatore della Banca d’Italia, o si dimette il ministro dell’Economia. Si è creata – ha aggiunto il leader comunista – una situazione di grave crisi che sta mettendo in ginocchio il Paese. E tanto meglio sarebbe se a dimettersi fosse il presidente del Consiglio”.

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