Se le big hi-tech festeggiano trimestrali in crescita, nonostante il coronavirus, lo stesso non si può per le grandi società petrolifere. Che, nel periodo tra aprile e giugno, hanno sentito il peso della flessione congiunta dei prezzi e della domanda dil greggio, causate dalla pandemia di Covid-19.
La major petrolifera statunitense ha registrato una perdita di 1,08 miliardi di dollari, ovvero 26 centesimi per azione, nei tre mesi chiusi al 30 giugno, rispetto a un utile pari a 3,13 miliardi di dollari, ovvero 73 centesimi per azione, dell’anno scorso.
La produzione di petrolio equivalente della major è stata di 3,6 milioni di barili al giorno nel secondo trimestre, in calo del 7% rispetto all’anno precedente.
Stessa musica per Chevron Corp, che ha registrato un risultato netto negativo per il secondo trimestre, in un quadro in cui pesano sul secondo produttore di petrolio Usa oneri pari a 5,2 miliardi di dollari a causa del crollo dei prezzi.
“Gli ultimi mesi hanno presentato sfide uniche”, ha dichiarato il presidente e CEO di Chevron Michael Wirth. “L’impatto economico della risposta a Covid-19 ha notevolmente ridotto la domanda dei nostri prodotti e abbassato i prezzi delle materie prime”.