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WALL ST: INDICI FIACCHI, NON DURA L’EFFETTO GREENSPAN

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Dopo un avvio debole causato dai deludenti dati dal fronte economico, gli indici azionari americani hanno recuperato terreno per poi chiudere la seduta contrastati, a dimostrazione delle difficolta’ nel trovare una direzione ben precisa. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.12% a 10.456, l’S&P500 ha chiuso invariato a 1.215, il Nasdaq infine e’ arretrato dello 0.24% a 2.116.

Spunti positivi sono arrivati dal capo della Federal Reserve, Alan Greenspan, secondo cui i settori chiave del business e della finanza hanno reso l’economia Usa abbastanza flessibile da poter superare serie di eventi disastrosi, inclusa la tragedia dell’11 settembre.

Il capo della Banca Centrale non ha fatto alcun accenno all’impatto economico degli uragani Rita e Katrina, anche se ha ribadito che la Fed sta monitorando da vicino le condizioni nelle regioni colpite. Non ha neanche discusso di nuove mosse sulla politica monetaria, astenendosi dall’esprimere commenti sulle pressioni inflazionistiche che potrebbero portare ad un inasprimento delle strette creditizie. Per Greenspan, non e’ compito della Banca Centrale combattere le bolle speculative (nel caso specifico quella del settore immobiliare), lasciando intendere che i tassi d’interesse continueranno a salire, ma con moderazione.

Il fatto ha diffuso il buonumore tra gli operatori che nella prima parte della giornata avevano soppesato gli sconfortanti dati economici. In particolare, nel mese di settembre, la fiducia dei consumatori e’ scesa a 86.6 punti dai 103.6 di agosto. Si tratta del piu’ marcato calo dal 1990 e del livello piu’ basso dall’ottobre 2003. Le stime degli analisti erano per un calo a 95 punti. L’indicatore e’ stato guardato molto da vicino dagli operatori perche’ contenente informazioni relative al periodo caratterizzato dal disastro causato dall’uragano Katrina.

Si e’ rivelato inferiore alle stime anche il dato relativo al settore immobiliare. Ad agosto, le vendita di case nuove
hanno registrato una flessione del 9.9% a 1.24 milioni di unita’. Le previsioni degli economisti erano in media per un valore di 1.35 milioni di unita’.

Notizie positive sono giunte dal comparto energetico, con il petrolio che ha ceduto parte dei guadagni riportati nella seduta di lunedi’ Il contratto future con scadenza novembre ha ceduto 75 centesimi a quota $65.07 al barile. Mercoledi’, alle 16:30 ora italiana, sara’ rilasciato il consueto dato settimanale sulle scorte. Le attese degli analisti sono per un nuovo calo.

Passando alla cronaca societaria, ancora sotto i riflettori Boeing. Il colosso aerospaziale ha esteso i guadagni registrati nella seduta precedente continuando a beneficiare delle notizie relative all’accordo con i propri macchinisti che potrebbe porre termine allo sciopero di circa 18 mila lavoratori.

Sotto pressione, invece, il colosso petrolifero Exxon Mobil danneggiato dalla combinazione tra il calo del greggio e il downgrade ricevuto dalla banca d’affari JP Morgan. Il titolo e’ comunque riuscito a recuperare nelle ultime battute terminando la seduta invariato.

Tra gli altri titoli del Dow Jones, hanno registrato i maggiori rialzi IBM, Altria, Procter & Gamble e General Electric. I maggiori ribassi sono stati realizzati da Pfizer, Merck, Intel e Hewlett-Packard.

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Da evidenziare il marcato calo di Taser International. La societa’ nota per la pistola “elettrica” ha segnato un ribasso del 13%, in seguito all’avvio di un’inchiesta formale sul gruppo da parte della Sec, l’organo di controllo della borsa statunitense.

In ambito di fusioni e acquisizioni, il colosso della assicurazioni sanitarie WellPoint, ha raggiunto un accordo per l’acquisizione di WeelChoice. L’affare ha un valore complessivo di $6.5 miliardi.

Sugli altri mercati, l’euro ha toccato un nuovo minimo di due mesi nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ $1.2012. In ribasso l’oro. Il future con scadenza dicembre e’ arretrato di $3.30 a quota $466.20 all’oncia. In recupero, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.28% dal 4.30% di lunedi’.