di  Stephen Green (Capital Group)

Capital Group: Cina, 3 spunti sull’economia e sul mercato azionario

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Sin dall’inizio della pandemia, i politici cinesi sono stati molto più contenuti in termini di stimoli rispetto agli Stati Uniti e all’Unione europea, cercando di stabilizzare l’economia invece che inondarla di una quantità eccessiva di credito come nelle precedenti recessioni economiche. Mentre le tensioni con gli Stati Uniti continuano a pesare sulla sua economia, la Cina ha sviluppato un potente motore della domanda interna e i leader di governo sono concentrati sull’aumento della spesa domestica e sullo sblocco dei considerevoli risparmi della popolazione del Paese.

Finora, le azioni cinesi se la sono cavata abbastanza bene, misurate in base ai rendimenti del benchmark MSCI China Investable Market Index. Tuttavia, tra la tiepida ripresa dell’attività dei consumatori, le preoccupazioni legate alla catena di fornitura e le opinioni divergenti sulla forza dell’economia cinese è probabile che si verifichino periodi di volatilità.
Questo potrebbe offrire agli investitori con un approccio a lungo termine di tipo bottom-up delle opportunità selettive per approfittare dei periodi di debolezza del mercato, soprattutto viste le tensioni geopolitiche persistenti e potenzialmente crescenti.

Una ripresa probabilmente graduale e stimoli diversi rispetto alle precedenti recessioni

Nel complesso, l’economia industriale cinese sta essenzialmente tornando a livelli normali e i principali indicatori di attività, come i volumi degli autotrasporti, la produzione di elettricità e le spedizioni settimanali di cemento, sono per lo più tornati ai livelli del 2019 o superiori. Tuttavia, a nostro avviso, la ripresa della crescita sarà lenta e graduale.

I profitti industriali restano deboli e le esportazioni cinesi potrebbero diminuire dal 20% al 30% su base annua. La ripresa dei consumi è lenta nel complesso a causa degli elevati livelli di disoccupazione e dei timori di possibili tagli salariali. Le persone sembrano essere ancora reticenti a uscire dalle loro case e questo è in parte riflesso nei dati relativi ai viaggi e alla ristorazione, ben al di sotto dei livelli del 2019.

La nostra ricerca suggerisce che nel primo trimestre l’economia cinese ha subito una contrazione molto maggiore rispetto ai dati ufficiali del governo del 6,8%. Prevediamo che una crescita negativa o leggermente negativa per tutto il 2020, in contrasto con il consensus sul lato vendita di una crescita modesta del PIL.

Non appena l’entità del prossimo collasso delle esportazioni si farà più chiara è probabile che Pechino lancerà un mini-stimolo fiscale. Non c’è però da aspettarsi che abbia la stessa rilevanza di quello varato con la crisi finanziaria globale: potrebbe ammontare a 5 punti percentuali del prodotto interno lordo, rispetto ai 10 punti percentuali successivi allo shock del credito globale del 2008-2009. Questo potrebbe essere sufficiente per stabilizzare l’economia cinese nella seconda metà del 2020 e fornire un sostegno alla crescita nel 2021; di solito ci vogliono dai 12 ai 18 mesi prima che il credito abbia effetto sull’economia.

Campioni locali iniziano a emergere nei campi della tecnologia e dell’assistenza sanitaria

Un altro cambiamento potrebbe essere una concentrazione sulla spesa per le nuove infrastrutture che spianerebbe la strada allo sviluppo di data center e reti di telecomunicazione 5G, diversamente dalle storiche misure di stimolo indirizzate alla costruzione di nuove strade e case. Le società nazionali più innovative dovrebbero continuare a beneficiare di una tendenza emergente alla localizzazione o dell’approvvigionamento di beni e servizi dall’interno, che è in parte dovuta alla dislocazione in alcune catene di fornitura e a problematiche commerciali strutturali.
In qualche misura, lo si è iniziato a vedere nei settori del software aziendale e dei semiconduttori.

Attraverso le loro piattaforme online, Tencent e Alibaba hanno visto un massiccio aumento dell’attività per i servizi nell’ambito dell’assistenza sanitaria, con la possibilità per le persone di collegarsi con i medici dai dispositivi mobili. Ci sono anche società cinesi di biotecnologie in prima linea per lo sviluppo di vaccini contro il COVID-19.
In generale, l’invecchiamento della popolazione cinese e la domanda di servizi di maggiore qualità da parte degli ospedali del settore privato potrebbero presentare interessanti opportunità di investimento nei prossimi anni.

La Cina ha adottato tecnologie basate su cloud in ritardo rispetto agli Stati Uniti, ma il lavoro da casa ha cambiato le dinamiche in modo significativo e le società che non potevano operare durante il lockdown sono state costrette a cercare soluzioni basate su cloud.

Ugualmente la migrazione verso i servizi digitali ha subito un’accelerazione: dalla fornitura di cibi cotti e generi alimentari freschi ai servizi medici ed educativi online. Inoltre, viene posta sempre più attenzione alla salute e al benessere, con una quota maggiore del portafoglio dei consumatori dedicato alla sicurezza alimentare, all’esercizio fisico e all’assistenza sanitaria privata. Di conseguenza, si prevede ampio spazio di crescita per i prodotti assicurativi basati sulla protezione.

Nonostante i recenti impedimenti, c’è una forte possibilità di crescita per i servizi legati ai viaggi in Cina. Dopo la pandemia di SARS nel 2003 e nel 2004, il turismo e i viaggi in tutta l’Asia alla fine si sono ripresi con l’emanazione di standard da parte dei governi e la maggiore fiducia dell’opinione pubblica nell’efficacia di tali misure.
Tuttavia, nei prossimi 12-24 mesi, si prevede un mutamento temporaneo degli schemi di viaggio con le destinazioni che passeranno da internazionali a nazionali a causa delle restrizioni e di un certo grado di ridimensionamento da parte dei consumatori sensibili ai prezzi.

Consumatori – racconto di due gruppi di reddito

I consumatori benestanti nelle città di livello 1 e 2 sono ancora fiduciosi, mentre i consumatori nelle città di livello 3 e 4 sono diventati sempre più sensibili ai prezzi a causa delle preoccupazioni legate all’occupazione. Sulla base della nostra ricerca, i brand premium e il trading up sono ancora temi rilevanti nelle città più ricche di livello 1 e 2. Nel frattempo, i brand nazionali a largo consumo hanno avuto difficoltà a mantenere il potere di fissazione dei prezzi.

Invece, i beni di lusso, i cosmetici premium e i prodotti per la cura della pelle hanno registrato una forte ripresa dalla riapertura dell’economia cinese a marzo, permettendo alle multinazionali con una presenza significativa in Cina di beneficiare di portafogli di brand rinomati.

Più che mai, in questo contesto commerciale globale incerto e in rapida evoluzione, la selezione delle azioni è fondamentale, poiché la qualità delle aziende in Cina varia in modo significativo e i settori si trovano in diverse fasi di maturità.