Il settore del private banking in Europa è finito di nuovo sotto la lente degli esperti di McKinsey che hanno elaborato il report dal titolo “The future of private banking in Europe: Preparing for accelerated change”. Secondo lo studio la pandemia ha sostenuto i cambiamenti già in atto nelle aspettative dei clienti e dei dipendenti che, uniti alle pressioni storiche preesistenti nel settore, richiedono un’accelerazione della sua trasformazione.
L’andamento nel primo trimestre 2020
Nel primo trimestre del 2020 le private bank europee hanno avuto un inizio di “tenuta” rispetto ad un 2019 deludente, grazie ad una attività di trading in aumento mentre la crisi legata al Covid prendeva piede.
Sebbene gli asset in gestione siano scesi del 10% e i margini si siano ridotti in conseguenza dell’impatto della crisi sui mercati, i profitti delle banche sono aumentati del 7%, raggiungendo i 14 miliardi di euro, pari ad un margine di 23 bps su base annua. I ricavi aggregati sono aumentati del 3% a 47 miliardi di euro, con un margine di 76 bps; mentre i costi sono aumentati del 2% a 33 miliardi di euro.
Secondo McKinsey l’aumento delle attività di intermediazione legate al Covid-19 ha però mascherato un trend sottostante di diminuzione dei ricavi. Infatti, i ricavi derivanti dall’intermediazione sono aumentati del 4% su base annualizzata dal 2019 e hanno ammortizzato una caduta del 2% nelle entrate derivanti dai mandati di investimento ricorrenti e dell’1% nell’attività bancaria. Inoltre, l’aumento di breve termine realizzato nelle attività di mandati di investimenti è stato il risultato della decisione dei clienti di spostare il 3% dei loro asset totali dall’equity alla liquidità, con tassi di interesse nulli o negativi. Proprio questo shift potrebbe creare una forte diminuzione delle entrate dai mandati di investimenti nei prossimi trimestri.
Relativamente al primo trimestre 2020, le persone intervistate da McKinsey hanno indicato tre principali azioni strategiche da attuare nei prossimi tre-sei mesi: valutazione generale dei loro portafogli di prodotti e degli investimenti tecnologici, riduzione dei costi di contingenza e sviluppo di nuovi prodotti.
Si tratta di azioni ragionevoli volte alla soluzione delle sfide immediate della crisi di Covid-19 che dovrebbero sostenere un graduale ritorno al business. Tuttavia, il cambiamento dei comportamenti dei clienti e dei dipendenti, unito alle pressioni storiche preesistenti nel settore, richiede una trasformazione dalla base.
Le nuove sfide e le priorità strategiche per il comparto
Le banche private si trovano ad affrontare tre nuove sfide: le pressioni sui ricavi e sui profitti derivanti dalle incertezze causate dalla crisi di Covid-19, l’accelerazione della domanda di servizi digitali da parte dei clienti e il passaggio al lavoro a distanza. Per far fronte a queste sfide, le private bank europee devono rapidamente ripensare il servizio offerto ai clienti e fornire loro un’esperienza unica grazie alla tecnologia, riconfigurando il modello operativo e introducendo uno scopo sociale nelle loro scelte di business.
In conclusione, per McKinsey le priorità strategiche per le private bank prevedono:
in primo luogo, i manager dovrebbero riconoscere la necessità di accelerare la trasformazione se vogliono prosperare, o addirittura sopravvivere, nel panorama post-pandemico.
Per far fronte alle potenziali perturbazioni e alle sfide alla redditività, le banche dovranno porsi obiettivi chiari e ambiziosi per il loro futuro nella nuova normalità e aumentare concretamente il ritmo di esecuzione.
Inoltre le banche dovranno anche azzerare la loro base di costi per incentivare futuri investimenti in nuove competenze, investire per massimizzare la produttività e stimolare la crescita dei ricavi.
Parallelamente, la costruzione di una cultura del miglioramento continuo è fondamentale, dato il ritmo della trasformazione nel settore del private banking nei prossimi anni.
Infine dovranno rimanere flessibili, date le incognite che circondano lo sviluppo dell’attuale crisi