Riproponiamo l’articolo dell’intervento di Mario Draghi al meeting di Rimini 2020 nel quale vengono delineate le linee guida che dovrebbero essere utilizzate per la ripresa economica del Paese e il famoso principio di debito buono e debito cattivo.
Questa mattina l’ex presidente della Bce Mario Draghi ha inaugurato la 41 esima edizione Meeting di Rimini 2020 con un discorso illuminante sulle conseguenze economiche legate all’emergenza provocata dal coronavirus. Crescita economica e sostenibilità del debito pubblico sono legati inevitabilmente anche alle generazioni future, questi i temi su cui Draghi ha insistito più volte nel corso del suo intervento durato oltre 30 minuti.
“Quando la fiducia tornava a consolidarsi e con essa la ripresa economica, siamo stati colpiti ancor più duramente dall’esplosione della pandemia: essa minaccia non solo l’economia, ma anche il tessuto della nostra società, così come l’abbiamo finora conosciuta; diffonde incertezza, penalizza l’occupazione, paralizza i consumi e gli investimenti”. Così l’ex presidente della Banca centrale europea.
“In questo susseguirsi di crisi i sussidi che vengono ovunque distribuiti sono una prima forma di vicinanza della società a coloro che sono più colpiti, specialmente a coloro che hanno tante volte provato a reagire. I sussidi servono a sopravvivere, a ripartire”, ha aggiunto l’ex numero uno della Bce. “Ai giovani – ha aggiunto – bisogna però dare di più: i sussidi finiranno e resterà la mancanza di una qualificazione professionale, che potrà sacrificare la loro libertà di scelta e il loro reddito futuri”.
Draghi, la sostenibilità del debito pubblico
Nel suo intervento Draghi si è soffermato anche sul nuovo debito creato per uscire dall’emergenza.
“La ricostruzione sarà inevitabilmente accompagnata da stock di debito destinati a rimanere elevati a lungo. Questo debito, sottoscritto da Paesi, istituzioni, mercati e risparmiatori – ha proseguito Draghi – sarà sostenibile, continuerà cioè a essere sottoscritto in futuro, se utilizzato a fini produttivi ad esempio investimenti nel capitale umano, nelle infrastrutture cruciali per la produzione, nella ricerca, se è cioè debito buono.
La sua sostenibilità verrà meno se invece verrà utilizzato per fini improduttivi, se sarà considerato debito cattivo”.
“Il debito creato con la pandemia è senza precedenti e dovrà essere ripagato principalmente da coloro che sono oggi i giovani. È nostro dovere far sì che abbiano tutti gli strumenti per farlo pur vivendo in società migliori delle nostre.
Per anni una forma di egoismo collettivo ha indotto i governi a distrarre capacità umane e altre risorse in favore di obiettivi con più certo e immediato ritorno politico: ciò non è più accettabile oggi. Privare un giovane del futuro è una delle forme più gravi di diseguaglianza” ha sottolineato l’ex presidente della Bce.
Il ritorno alla crescita
“Il ritorno alla crescita, una crescita che rispetti l’ambiente e che non umili la persona, è divenuto un imperativo assoluto”, ha poi proseguito Draghi. “Perché le politiche economiche oggi perseguite siano sostenibili, per dare sicurezza di reddito specialmente ai più poveri, per rafforzare una coesione sociale resa fragile dall’esperienza della pandemia e dalle difficoltà che l’uscita dalla recessione comporterà nei mesi a venire.
L’obiettivo è impegnativo ma non irraggiungibile se riusciremo a disperdere l’incertezza che oggi aleggia sui nostri Paesi”.
“L’Europa si sta muovendo nella giusta direzione. Potrà emergere rafforzata da questa crisi a patto che le politiche siano credibili sia a livello europeo che nazionale” ha poi proseguito Draghi.