In controtendenza rispetto agli altri colossi del web Usa che nelle scorse settimane hanno annunciato di piani di smartworking a lungo termine (Twitter e Facebook) la società fondata da Jeff Bezos punta con decisione sul ritorno al lavoro in ufficio, almeno negli Usa. Insomma tutto come prima del lockdown, nuovi contagi permettendo.
Il leader mondiale dell’e-commerce ha reso noto che sta allestendo 3.500 nuovi posti di lavoro nelle città di New York, Phoenix, San Diego, Denver, Detroit e Dallas. Secondo quanto comunicato da Amazon l’investimento per questi ampliamenti è significativo e ammonta a 1,4 miliardi di dollari.
I piani prevedono 2.000 posti di lavoro in un edificio storico di Manhattan che in passato ha ospitato i grandi magazzini Lord & Taylor. Amazon avrebbe acquistato l’edificio della 5° Strada dalla società di condivisione del lavoro WeWork per oltre 1 miliardo di dollari.
Amazon si aspetta che gran parte del suo personale torni a lavorare in ufficio dopo la fase totale di smartworking che è partita già nelle prime settimane di gennaio.
Quella di Amazon a New York sembra avere un carattere simbolico visto che i big del web (già Facebook si era mossa in modo analogo) vogliono essere sempre più presenti nella città simbolo dell’economia mondiale. Lo scorso anno Amazon ha registrato un giro d’affari pari a 280 miliardi di dollari e in tutto mondo ha un esercito di 840.000 dipendenti.
Secondo i risultati di una recente indagine condotta negli Usa, solo il 9% degli intervistati lavorava completamente da casa prima della pandemia, mentre un ulteriore 14% lo faceva solo occasionalmente.
Oggi, invece, lo smart working (termine maccheronico che assume significato solo in Italia) è la modalità di lavoro adottata dal 42% degli americani.