Uscita con le ossa rotte dalla pandemia, Milano si prepara a riaprire a settembre. La volontà di lasciarsi alle spalle il forte contraccolpo economico causato dal lockdown è evidente anche dalle stesse decisioni del Comune di Milano, che ha tracciato un piano di rientro in sede per la metà dei suoi 7mila dipendenti ancora in smartworing.
I dipendenti comunali tornano in ufficio
Mente le aziende private stanno ancora valutando come muoversi in autunno, Palazzo Marino ha dunque già messo a punto un piano di ritorno in ufficio all’insegna della flessibilità. Orari personalizzabili, ingressi posticipati fino alle 11 e possibilità di recuperare le ore di sabato. Tutto questo, oltre a test sierologici e “campagna per il vaccino anti-influenzale”.
È questo a grandi linee quanto ha annunciato pochi giorni fa l’assessora alle Politiche per il lavoro Cristina Tajani, a margine di un evento sul futuro di Milano organizzato dall’assessore Pierfrancesco Maran all’East River sulla Martesana.
Lo smartworking – nel pubblico e nel privato – scattato durante la fase di emergenza della pandemia ha dato origine a quel fenomeno che è stato ribattezzato ‘south working’, ossia il trasferimento/la fuga dei lavoratori e degli studenti fuori sede rientrati subito dopo la riapertura con la fase 3 nei luoghi di origine.
Molti continuano a lavorare da lì, hanno disdetto gli affitti, restituito le chiavi con tutto quello che comporta sul territorio: bar e ristoranti senza i clienti fissi (e senza gli occasionali turisti), palestre, negozi, ecc ecc.
Quello che poteva essere un fenomeno momentaneo si sta prolungando anche perché gli esami all’università sono a distanza, mentre il lavoro negli uffici resta ancora in smart working. Il risultato è la desertificazione e la crisi economica di quelle città che sui ‘fuori sede’ hanno costruito un’economia.
Secondo una stima de Il Sole-24Ore, in 20 anni Milano ha guadagnato circa 100mila residenti provenienti da altre regioni d’Italia, soprattutto dal Mezzogiorno, e una parte consistente di questi, con la pandemia, è rientrata nella propria terra, continuando a lavorare online, ma non consumando più a Milano.
Ripartono anche gli appuntamenti fieristici
E che Milano abbia voglia di ripartire lo si deduce anche dal ricco calendario di appuntamenti fieristici. Nonostante alcune manifestazioni abbiano fatto la scelta di andare in scena solo online, il polo fieristico di Rho-Pero aprirà le sue porte l’ 8 al 9 settembre con “Milano Unica”, kermesse dedicata al tessile e agli accessori d’abbigliamento di alta gamma.
I padiglioni torneranno ad animarsi verso la fine del mese e più nel dettaglio a partire dal 19 settembre quando si svolgeranno Homi fashion & jewels (dal 19 al 22 settembre).
Successivamente (dal 20 al 23 settembre) sarà la volta di Mipel Micam, The One Milano e Lineapelle: appuntamenti dedicati alla pelletteria e alle calzature e al business della moda.
Mentre a chiudere le manifestazioni fieristiche nel mese di settembre sarà Autoclassica, salone interamente dedicato agli appassionati di auto.