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(WSI) – La recente debolezza dei mercati azionari potrebbe offrire una buona occasione per puntare sul tradizionale rally di fine anno. E’ quanto sostiene Jim Jubak, Markets Editor di MSN Money.
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Per il resto del 2005, a suo giudizio, il mercato azionario sara’ un campo di battaglia fra le speranze di un calo dei prezzi enegetici e i timori di un aumento dei tassi d’interesse. Se si dovesse assistere ad un calo del petrolio, i titoli societari, almeno per quanto riguarda determinati settori, dovrebbero balzare al rialzo.
Cio’ pero’ non succedera’ finche’ i mercati continueranno a peoccuparsi per quello che Alan Greenspan & Company faranno e diranno a proposito dei tassi d’interesse il prossimo 1 novembre. Se la Fed mostrera’ segnali di preoccupazione sull’inflazione, e in risposta alzera’ i tassi d’interesse, la reazione del mercato sara’ probabilmente quella di forti vendite, con i principali indici Usa in ribasso del 5-10%.
Il tipo di selloff che si verra’ a creare offrira’ un’ottima occasione di ingresso, in anticipazione di un classico rally di fine anno.
Il prezzo del greggio sembra che abbia raggiunto un massimo temporaneo. Quando il prezzo e’ sceso a $63 al barile la scorsa settimana, si e’ rotto il trend rialzista di breve termine. Adesso che e’ sceso sotto il supporto tecnico di $63 (lo scorso lunedi’ il contratto future con scadenza dicembre trattava sotto i $61), il petrolio potrebbe calare ulteriormente, fino a $55 al barile.
Le quotazioni sui futures stanno scontando previsioni di crescita piu’ contenute. A meta’ giugno, il future con consegna settembre valeva $58.20 al barile. A quel tempo il mercato si aspettava una crescita continua e rapida dei prezzi. Il future con scadenza dicembre quotava $60.02 al barile, quasi $2 in piu’.
La differenza nelle ultime settimane si e’ ristretta a 74 centesimi. Alcuni analisti sostengono che i prezzi energetici continueranno a salire, ma molto piu’ lentamente rispetto a prima.
A $55 al barile il petrolio appare a buon mercato rispetto al recente livello di $70. L’incremento dall’inizio del 2005 sarebbe del 27%, molto meno rispetto al +52% che segnava all’inizio di settembre. E sarebbe ancora meglio se entro dicembre scendesse ad un livello tale da segnare un rialzo annuo del 16%, livello suggerito dai mercati futures.
Tra un po’ di tempo, i consumatori cambieranno abitudini, investiranno in tecnologie che permetteranno di risparmiare sui consumi e lavoreranno di piu’; oppure si immergeranno nei debiti. Allo stesso modo, le aziende taglieranno i costi e miglioreranno l’efficienza operativa; oppure si immergeranno nei debiti anch’esse.
In tal senso, gli alti costi energetici verrano compensati dalla crescita dei margini di profitto e degli utili, destinati ad aumentare ad un tasso a doppia cifra. L’economia, gia’ potenziata dalla crescita dei consumi, continuera’ ad espandersi.
Le previsioni degli analisti, tuttavia, sono per una riduzione della crescita degli utili societari nel terzo trimestre, proprio a causa del veloce aumento dei costi energetici. Per capire meglio come il petrolio abbia ridimensionato le aspettative a Wall Street, bisogna dividere l’azionario in due categorie: titoli energetici e titoli non energetici.
Fino a questo momento il 2005 e’ stato un anno particolarmente proficuo per le societa’ energetiche. I titoli del comparto che fanno parte dello Standard & Poor’s 500 sono cresciuti del 30% nei primi 3 trimestri. E’ un risultato ragguardevole rispetto al resto del mercato: l’S&P 500 ha infatti perso l’1,7%, e oltre il 4% se si escludono i titoli energetici (10% dell’indice).
Lo stesso dicasi per gli utili. A prima vista gli analisti si aspettano un altro trimestre molto positivo, con risultati che potrebbero balzare del 16.5% all’interno dell’S&P500, dal +11.7% del trimestre precedente.
Ma se gli utili cresceranno in modo cosi’ considerevole nel terzo trimestre, come mai i mercati azionari non sono avanzati? Secondo le stime di Thomson Financial, le societa’ energetiche all’interno dell’ S&P 500 potrebbero registrare una crescita degli utili del 71% nel trimestre conclusosi a settembre. Ma gli utili delle societa’ non energetiche dovrebbero cresce solo del 10%, il che rappresenterebbe un risultato addirittura inferiore a quello del secondo trimestre.
Il quadro per il quarto trimestre non e’ molto migliore, soprattutto se si pensa che storicamente rappresenta il periodo migliore, data la preferenza dei consumatori nel concentrare la maggior parte degli acquisti nell’ultimo periodo dell’anno.
Le previsioni di Wall Street sull’S&P 500 segnalano una crescita degli utili per il quarto trimestre pari al 16,5% che si abbassa al 12,3% se si prendono in considerazione solo i risultati delle aziende non attive nel comparto energetico. Molto peggio, quindi, rispetto alla crescita del 19.7% del quarto trimestre 2004.
Cio’ che occorre tenere presente, pero’, e’ che piu’ basse sono le attese del mercato piu’ facile sara’ per le aziende battere le previsioni. E niente spinge i titoli azionari al rialzo piu’ velocemente di una serie di sorprese positive sugli utili.
Gli investitori guarderanno attentamente ai risultati del terzo trimestre per vedere se le societa’ esprimeranno ottimismo sul quarto. Qualche revisione al rialzo delle stime da parte di alcune aziende potrebbe divenire un fatto contagioso e trasfomare il recente pessimismo dei mercati in una nuova speranza. Di qui la possibilita’ di un rally di fine anno, periodo stagionalmente forte per le borse.
TASSI D’INTERESSE
Alcuni esponenti della Fed di recente hanno espresso commenti aggrerssivi sull’inflazione, lasciando intendere che i tassi continueranno a salire. Il mercato sconta rialzi dello 0.25% in ciascuno degli incontri del Fomc in calendario a novembre e dicembre. Le incetezze riguardano il linguaggio che usera’ la Fed nel documento ufficiale sui tassi.
Per mesi la Banca Centrale Usa ha confermato che “le attese di inflazione di lungo terime restano contenute”. Qualunque cambiamento di questa espressione, che dovesse suggerire una maggiore preoccupazione sull’inflazione, o un cambiamento del termine “misurato”, con cui la Fed indica il modo in cui intende procedere sulla via delle street creditizie, indurrebbero gli investitori a vendere. Si tratterebbe di una buona occasione per puntare a un rally di fine anno.
DOVE PUNTARE
Ma cosa avrebbe senso acquistare, in un simile scenario? Non i titoli energetici. Nonostante questo settore rimanga ben impostato nel lungo periodo, un eventuale rally di fine anno potrebbe avvenire solo su un calo del petrolio. Non i titoli finanziari, perche’ i tassi d’interesse, anche se lentamente, stanno salendo. E neanche il settore retail, perche’ la stagione festiva dovrebbe essere piuttoto debole.
La migliore scommessa e’ quella di puntare sui titoli hi-tech. Il settore tecnologico non e’ “energy-intensive” e non e’ particolarmente sensibile ai tassi d’interesse. E nel quarto trimestre le vendite del comparto dovrebbero rivelarsi robuste.
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