Quasi sempre, se si trova lontano per lavoro, nei primi giorni di marzo Brunello Cucinelli telefona a casa per chiedere se le rondini sono tornate a Solomeo e ogni anno si rallegra nel vederle tornare, poiché in loro vede il simbolo della rinascita. Una rinascita che deve essere anche una ripresa, quella del nostro Paese, perché questo ‘Tempo Nuovo’, come lo definisce l’imprenditore-filosofo, patron dell’azienda umbra del cashmere, è pieno di opportunità.
A Wall Street Italia parla in esclusiva di umanesimo universale e del suo ‘capitalismo umanistico’, dove umanità, capacità, lavoro e bellezza si fondono in un nuovo modo di pensare.
‘Umana sostenibilità’, ‘Umane risorse’: nelle comunicazioni di Brunello Cucinelli l’aggettivo ‘umano’ è in posizione di preminenza. Un richiamo alla centralità dell’uomo per quanto riguarda le sue responsabilità nei confronti del creato, ma anche la valorizzazione dello stesso essere umano. Sarà questo il paradigma del ‘Tempo Nuovo’ che ci aspetta dopo lo sconvolgimento portato dalla pandemia?
“Non vi è dubbio che la pandemia rappresenti una sorta di disputa tra la biologia e la terra. Avevamo bisogno di tornare a un nuovo equilibrio tra il profitto e il dono, tra la tecnologia e l’umanesimo, e ritroveremo l’idea di non volgere le spalle alla povertà. Mi piace ricordare le affascinanti parole del mio maestro Tommaso Moro, nonché uno dei padri dell’umanesimo: ‘Proviamo ad accettare ciò che non possiamo cambiare e a cambiare ciò che possiamo cambiare’’’.
L’Italia sembra aver smarrito le sue radici umanistiche. Saprà ritrovarle nel futuro post-Covid?
“Forse nell’ultimo trentennio abbiamo immaginato di governare l’umanità solo con la scienza, ma questo non è possibile, ci vuole un amalgama armonioso tra scienza e anima. Torneremo in forza a credere nei grandi ideali che ci hanno trasmesso i grandi padri dell’umanesimo; penso alla bella politica, alla bella famiglia, alla spiritualità e alla religione”.
Quanto è importante oggi il marchio ‘Italia’ nel mondo?
“L’umanità ci guarda con un occhio speciale. Da Marco Polo, a Dante, a Galileo, fin dal Rinascimento l’Italia è sinonimo di grazia, di umanità, di poesia e di scienza. Credo che il nostro popolo possegga questa idea di ‘umanesimo universale’ che da sempre affascina qualsiasi persona”.
Due look della collezione autunno-inverno 2020 di Brunello Cucinelli
Il mondo della moda è sempre stato uno dei fulcri dell’economia italiana. Come vede il futuro di questo settore?
“Già Adriano Imperatore, grande amante delle bellezze del mondo, ci parla del nostro innato sentire nel modo di abbigliarci. La moda rappresenta qualche cosa di molto importante per la nostra splendida Italia e per l’umanità tutta; il valore dei nostri manufatti, le mani sapienti delle nostre genti, i nostri saperi, faranno sì che sarà sempre più forte il desiderio di indossare un abito italiano”.
La sua è un’azienda da cui prendere esempio, sia umanisticamente che a livello di produzione, come dimostra anche il progetto ‘Brunello Cucinelli for Humanity’. Il concetto del dono, del ridare il sovrappiù, è una costante del suo lavoro. Qual è il messaggio che vuole trasmettere con i suoi capi?
“Con questo piccolo progetto immaginiamo di rendere dignità a ogni manufatto. Questo donare all’umanità capi ‘nuovi’ in sovrappiù, dovuti alla chiusura delle boutiques, credo onori tutti coloro che hanno lavorato per realizzarli e nel contempo può portare un piccolo momento di serenità a qualcuno che potrebbe averne necessità in questo momento speciale del mondo”.
Dopo anni alla guida della società da Lei fondata ha nominato due nuovi a.d., Luca Lisandroni e Riccardo Stefanelli. Cosa l’ha spinta a fare questa scelta?
“Ho lavorato per tutta la vita sentendomi in qualche maniera una sorta di piccolo custode del creato. Credo che l’azienda sia di proprietà del mondo e ho sempre pensato di esserne soltanto il maggior azionista e maggior responsabile. Avendo sessantasei anni, ho immaginato di avere vicino a me con un ruolo importantissimo due futuri custodi, sperando che possano essere sapienti, generosi, garbati, coraggiosi e umili. Il mio sogno è sempre stato quello di essere, nella quarta e ultima parte della vita, una sorta di amabile consigliere e garante di tutto ciò che viene prodotto dalla nostra azienda di Solomeo”.
L’Italia ha un immenso patrimonio di arte, cultura e bellezza. Gli imprenditori come Lei sono i testimoni primi che possono trasmettere queste ricchezze all’estero. In che modo è possibile fare questo?
“Credo che la cultura in generale sia il sale del progresso e credo altresì che sia un compito di ognuno di noi sentirsi responsabile e custode di tutto ciò che ci circonda. Certo, mi piacerebbe molto se noi padri fossimo ancora di più trasmettitori di speranza e forse dell’idea di abbandonare in parte l’obbligo di avere paura”.
Il ‘Tributo alla Dignità dell’Uomo’, monumento fatto realizzare da Brunello Cucinelli per valorizzare la valle in cui sorge il borgo di Solomeo
Lei è sempre stato un imprenditore- filosofo e ha sempre approcciato il business con un tocco di umanità. Quali sono i grandi Maestri da cui prende ispirazione?
“Mi sono da sempre affidato al pensiero di alcuni grandi pensatori dell’umanità: Socrate Pericle, Alessandro Magno, Marco Aurelio, Adriano, San Benedetto, Kant, però ho trovato anche tanta saggezza nelle parole e nell’esempio di mio padre e del mio amatissimo nonno”.
Il numero delle risorse umane in azienda è rimasto il medesimo: prima della pandemia lavoravate con 2.024 dipendenti, ora sono tornate al lavoro lo stesso numero di persone. I vostri collaboratori hanno consentito il totale recupero della produzione autunno-inverno 2020 e la realizzazione delle nuove collezioni. Qual è il suo messaggio per loro?
“È con grande debito di gratitudine che guardo i ragazzi dell’azienda e i nostri 5.000 collabora- tori esterni, alla cui dedizione e cura si deve se siamo riusciti dopo la pandemia a recuperare tutta la produzione autunno-inverno 2020, ma soprattutto se siamo riusciti a realizzare le col- lezioni primavera-estate 2021, fisicamente, nei tempi di sempre. Vorrei augurare che il cielo e le stelle possano indicare loro la via della vita”.