Attenti ai «facili guadagni» pubblicizzati a mezzo stampa
di Maria Anna Pinturo, consulente finanziario di Milano
Tra i compiti del consulente c’è anche quello di aiutare una corretta lettura di certa informazione. Stimolando il fact checking.
Spesso sui giornali o siti economici capita di leggere articoli con i cosiddetti “consigli per gli acquisti”: comprate, vendete…. La reazione dell’investitore passa dall’esaltazione all’esasperazione, a seconda del titolo che riportano per poi arrivare, quando va bene, a un atterraggio morbido se ci si confronta con un consulente finanziario (insomma noi serviamo anche a questo spero!).
Iniziamo da un esempio (piuttosto eclatante) delle scorse settimane, e cominciamo a lavorare insieme.
Andiamo al 31 agosto, inserto Economia di un noto quotidiano nazionale (comincio da questo articolo un po’ datato perché è davvero un classico). Titolo: «Bond, investire in giro per il mondo con mille euro guadagnando anche il 16%».
Ora, leggiamo l’inizio dell’articolo: «I rendimenti dei bond sono sempre più avari. E gli sforzi delle banche centrali per aiutare il mondo a uscire dalla pandemia li terranno bassi ancora a lungo.
Ma il giro del mondo con le obbligazioni degli emittenti sovranazionali riserva anche diverse opportunità al 4-5% e in un caso si vola addirittura al 16%. Purché si possa e si voglia affrontare il rischio di cambio del rand sudafricano o della rupia».
Cosa pensa il lettore? Se ha 1000 Euro, via… SI FA! Corre dal gestore e gli chiede di comprare questi titoli “meravigliosi”. Piccola nota di colore: questa stessa reazione l’ho vista da parte di un cliente che all’uscita del Btp Futura recente mi ha chiesto se valeva la pena di investirci i suoi «1000 euro di risparmi…».
Qual è il punto? L’errore che si commette è che per investire correttamente in questi tipi di Bond occorre avere un’educazione finanziaria matura, comprendere il rischio valuta, durata, paese e non soffermarsi solo sul fatto che gli Emittenti siano sovranazionali.
Questo il giornalista lo dice, se si legge tutto: quel «purché si possa e si voglia affrontare il rischio di cambio» in fondo cerca di cancellare l’ipotesi che “tutti” lo possano fare.
Ma al lettore rimane come messaggio che se ha 1000 euro bastano per avere il 16%… ricordiamoci sempre che i titoli degli articoli dovrebbero comunicare la sintesi del contenuto (o no?!)
Leggiamo più avanti: «Quanto serve per investire? Il taglio minimo è compreso tra mille e duemila euro e quindi a portata di quasi tutte le tasche».
Qui non c’è possibilità di fraintendimento. Insomma, sembra che il taglio minimo per poter fare l’investimento (1000 euro appunto) non sia un limite se si hanno appunto solo quelli da investire!
A che vale specificare che il rischio cambio c’è, sebbene vi siano emittenti sovranazionali, se poi a TUTTI GLI INVESTITORI, A TUTTE LE TASCHE si rende adeguato questo tipo di strumento finanziario?
In un attimo si cancella quanto sia importante la competenza su strumenti finanziari come questi, ma soprattutto quanto sia doveroso tenere presente se 1000 euro sia la capacità di risparmio generale del cliente o se quei 1000 possano essere il taglio minimo di una operazione ben più importante di investimento in quell’obbligazione così allettante o in altri strumenti .
Che dire? Quel TUTTE LE TASCHE non era proprio da scrivere. E questo è il dovere del consulente: spiegare, chiarificare, aiutare a interpretare, fornire gli strumenti per capire. Ed evitare l’illusione di facili guadagni.
Solo così il cliente potrà capire e non sbagliare più.
Questo articolo fa parte di una rubrica di Wall Street Italia dedicata ai consulenti finanziari che vogliono raccontare le loro esperienze e iniziative professionali. Se siete interessati a pubblicare una vostra storia scriveteci a: social.brown@triboo.it
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