Sembra destinato a slittare almeno fino al prossimo 31 gennaio (dal 15 ottobre) lo stato di emergenza per il per il coronavirus.
È questa l’ipotesi a cui sta lavorando il governo, secondo quanto confermato oggi dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha oggi anticipato l’intenzione del governo di chiedere alle Camere una proroga di 3 mesi e mezzo dello stato di emergenza. Se confermata, la misura terminerebbe un anno esatto dalla prima messa in seguito alla pandemia
“Andremo in Parlamento a chiedere la proroga dello stato di emergenza fino al 31 gennaio” ha detto il premier, ai giornalisti a margine della visita alla scuola media ‘Francesco Gesuè’ a San Felice a Cancello (Caserta).
Governo in Parlamento per chiedere la proroga
La proroga al momento scade il 15 ottobre ma il perdurare dell’emergenza ha suggerito agli esperti del Cts (Comitato tecnico scientifico) di allungare i tempi dello stato di emergenza.
“Abbiamo fatto un aggiornamento sul punto – ha spiegato Conte – abbiamo convenuto che allo stato della situazione che continua a essere critica e richiede la massima attenzione di tutti, andremo in Parlamento a proporre la proroga dello stato di emergenza fino alla fine di gennaio 2021”.
Su questo fronte, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha assicurato che se ne discuterà “in Aula molto presto come è giusto che sia. Io sono sempre per la linea della massima prudenza e ho sempre mantenuto questa impostazione ma credo che sia corretto che ne discuta il Parlamento e che se ne discuta nel governo perché in una grande democrazia si fa così”.
Cosa comporta la proroga dello stato di emergenza
Con la proroga dello stato di emergenza, viene spostato in avanti la possibilità di ricorrere alle misure “eccezionali”, come ad esempio l’uso generalizzato dello smart working, agli acquisti accelerati dei beni per affrontare la pandemia (mascherine, camici, i banchi con le rotelle, ecc).
La proroga dello stato emergenza, inoltre, consentirebbe tra l’altro, anche di estendere le regole che impongono attualmente l’obbligo del tampone per chi entra in Italia provenendo da Croazia, Grecia, Malta, Spagna e Francia.