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(WSI) – Il caro affitti rallenta ancora la sua corsa. Dopo anni di crescita vorticosa, il costo degli appartamenti negli ultimi mesi sembra aver voglia di prendere fiato, mentre in alcune grandi città italiane, Milano in testa, si parla di una vera e propria retromarcia. Secondo l’ufficio studi Tecnocasa « il mercato locativo italiano consolida una tendenza in atto da due anni. Si evidenzia infatti una lieve diminuzione nel tasso di crescita dei canoni » e questo, sostiene il gruppo di intermediazione immobiliare, sostanzialmente per due motivi: per il ridotto incremento dei salari e in parte per la maggiore offerta di immobili in locazione, conseguenza dell’immissione sul mercato di soluzioni acquistate per investimento.
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Così, a livello nazionale, nel primo semestre del 2005 è stata registrata una crescita degli affitti rispetto al semestre precedente dell’ 1,7% nei bilocali e dell’ 1,3% nei trilocali contro rispettivamente un 3,4% e 2,8% registrato nella seconda metà del 2004. Tecnocasa ha calcolato anche l’evoluzione media del livello delle locazioni nelle sole grandi città, dove risulta una crescita per i bilocali dello 0,9% contro il balzo del 3,2% del secondo semestre dello scorso anno. Se dunque a livello nazionale si è assistito a un generale rallentamento della crescita, in alcune città c’è stata una vera e propria riduzione dei canoni d’affitto. A Milano il rallentamento è stato del 2,8% per il bilocale e del 3,1% per i tre locali, a Firenze gli ” sconti” hanno toccato rispettivamente il 2,6 e il 2,2%, mentre a Verona il segno meno le percentuali dell’ 1,4 e dell’ 1,3%. Al contrario a Bologna, Napoli, Palermo e Roma il mercato delle locazioni è cresciuto ancora, con la Capitale che segna un 3,2% per i due locali.
È Genova però la città che conquista il primo posto tra le città col picco più alto di crescita degli affitti: 7,4% e 6,2% per i due e i tre locali. In linea generale il livello dei prezzi degli affitti è comunque notevolmente cresciuto negli ultimi anni. Secondo un recente studio dell’Ancab, gli affitti tra il 1998 e il 2004 hanno registrato in media un balzo del 49%. Ma la percentuale quasi raddoppia a Roma ( 91%) e a Milano ( 92%). Le famiglie con contratto di affitto privato sono oggi 3,2 milioni, con una incidenza media del 24% del costo dell’affitto sul reddito netto. Ma per le fasce più deboli, quelle cioè con redditi familiari netti inferiori a 10 mila euro annui, la percentuale è ben più alta: il 47% del reddito serve infatti per pagare l’affitto. Le famiglie con redditi netti da 10.000 a 20.000 euro si avvicinano a un peso dell’affitto vicino al 30%.
Per quanto riguarda invece le compravendite, il boom del mercato immobiliare è riassunto dai dati sui prezzi rilevati dall’associazione delle cooperative tra il 1998 e il 2004: nei sei anni in esame si registrano in Italia circa 7 milioni di compravendite di abitazioni ( pari al 27% dello stock abitativo del nostro paese) con i prezzi che sono cresciuti, a valori costanti, del 51% in media nazionale e del 65% nei grandi comuni. In una città come Roma l’aumento è stato del 67% e a Milano di ben il 74%. Tornando alle locazioni, la buona notizia del ridimensionamento della crescita, rischia di perdere il suo effetto benefico. Il mercato delle locazioni infatti rischia, a sentire le associazioni dei proprietari, di invertire nuovamente la rotta e di riprendere a livello nazionale un trend in salita.
E questo in conseguenza dell’eliminazione della deduzione forfettaria del 15% sul canone di locazione degli immobili, prevista dal decreto fiscale, che avrà, secondo il presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, « effetti devastanti » , determinando un rialzo degli affitti. « Prendiamo atto con favore – ha detto Sforza Fogliani – della richiesta del relatore, senatore Pedrizzi, al Governo di considerare gli effetti » che potrebbe avere sulle locazioni » .
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