Editoriali

Pandemia: la storia si ripete ma nessuno la conosce

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Pandemia: la storia si ripete ma nessuno la conosce

CONTAGI COLPEVOLI. I numeri dei contagi tornano a salire e si teme una recrudescenza della malattia, si teme che ci possa essere la necessità di chiudere di nuovo tutto, seppur con la consapevolezza che, probabilmente, non ci sia spazio per farlo a meno di creare serissimi problemi all’economia, con conseguenze estremamente negative sulla vita dei cittadini di tutto il Mondo.

Fa specie però pensare a quanta superficialità ci sia sull’argomento da parte di chi dovrebbe governarlo. Prima chiusure totali, poi aperture incomprensibili, ora si rischia di nuovo la stretta. Staremo a vedere cosa succederà. Eppure sarebbe bastato rileggere i libri di storia…

RILEGGERE LA STORIA. Sarebbe bastato poco, davvero poco, per capire come comportarsi, come agire, cosa fare. E’ tutto scritto nei libri di storia. Quei libri raccontano chiaramente come, dalla Pandemia di Atene del 430 a.c., alla Peste di Giustiniano del 750 d.c., passando per la Peste Nera del 1349 e per la Peste del 1600, senza dimenticare La Spagnola del 1918, ci siano elementi caratteristici legati al tipo di virus che la scatena, ed elementi sanitari, sociali, ed economico-politici che si ripetono con sistematicità unica.

Quali sono questi elementi?

  1. Finite le Pandemie ci si è ritrovati con equilibri politici e sociali molto diversi da quelli presenti ai contagi (lo stiamo vedendo anche ora con una sorta di indebolimento del Mondo Anglosassone a tutto vantaggio di quello Cinese?).
  2. Finite le Pandemie ci si è trovati sempre in condizioni di forte ripresa economica, con crescite irresistibili, generate anche dalla voglia di ripartire.
  3. Le “seconde ondate” delle Pandemie sono sempre state quelle più nocive, dannose, letali.

Che dire, ci auguriamo che il 3 punto non trovi conferme storiche nel momento che stiamo vivendo, ma la sensazione è che sia sia perso tempo e denaro soprattutto, nella corretta gestione del riammodernamento dei sistemi sanitari. Niente Soldi? Niente MES? Ma siamo sicuri che non sarebbe stato meglio sistemare qualche letto in più in ospedali di mezza italia piuttosto che lasciare monopattini abbandonati dappertutto nelle nostre città? Siamo sicuri che non sarebbe stato meglio dotare di maggiori sistema di sicurezza medici ed infermieri, piuttosto che sperperare soldi in bonus viaggi che nessuno ha correttamente utilizzato? Siamo sicuri che non sarebbe stato meglio aprire qualche reparto Covid in più invece di dare Cassa Integrazione a pioggia, anche a quelle aziende che non ne avrebbero avuto bisogno? Siamo sicuri che non sarebbe stato meglio utilizzare i soldi del MES? (Di cui parleremo dettagliatamente nei prossimi giorni in un secondo articolo sul tema).

Insomma, siamo sicuri che siamo sicuri?

I numeri sembrerebbero dirci tutt’altro…

LE CIFRE. Una volta un mio caro amico economista mi disse :”Leo, a strizzarli i numeri ti dicono sempre quello che vuoi”. Ed effettivamente i numeri con cui si misurano gli andamenti, la diffusione e la letalità della Pandemia da Coronavirus, sono al centro di mille polemiche ed interpretazioni. E’ importante conoscere il numero dei nuovi contagi giornalieri o mettere in evidenza quelli di chi lascia questa valle di lacrime? Oppure. E’ importante verificare quanti tamponi vengono fatti quotidianamente o è determinante verificare che non vadano in saturazione i normali posti letto negli ospedali né, soprattutto, quelli delle terapie intensive?

 

SE I VIROLOGI NON PARLASSERO IN TV…

…e sui social, in radio, sui giornali, se non scrivessero libri. Le discussioni, nell’opinione pubblica sono animate, anche a causa di un gruppo di medici (attori protagonisti della scena mediatica) che, finora, sta nel riuscendo, alla perfezione, nel difficilissimo compito di confondere le idee un pò a tutti. Felici di essere sotto la luce dei riflettori, molti di loro stanno inscenando uno spettacolo indegno che non può essere accettato, soprattutto perché disorienta e conduce a comportamenti sbagliati, qualunque sia la fazione che ha ragione. Ce lo dirà soltanto il tempo se sarebbe stato meglio ascoltare gli allarmisti o quelli che parlano di condizioni diverse rispetto a quelle di marzo-aprile. Sta di fatto che la condizione psicologica del Paese non è delle migliori, e sto usando un eufemismo.

E ALLORA DI CHI POSSIAMO FIDARCI?

Prima di tutto del “BUON SENSO”, quello che la politica continua a dimostrare di non avere, almeno nei confronti dell’opinione pubblica. Possiamo fidarci del nostro “buon senso”. Chiudere, riaprire, pensare di chiudere di nuovo, ma ci rendiamo conto che sono sempre gli stessi a decidere di farlo? Che a giugno non fosse passata definitivamente era chiaro no?! E vogliamo parlare del ridicolo protocollo scolastico?  Prendiamo una famiglia con due figli. Uno va alle medie, l’altra al liceo. Ebbene il primo, quello delle medie, finisce in quarantena a causa della positività di un compagno di classe. Quindi resta a casa per precauzione. Sta a contatto con i familiari e soprattutto con la sorella che, invece può andare a scuola. Mi chiedo dove sia la logica. Voi sapete rispondere?

Ora si parla di quarantena da 10 giorni e di un solo tampone invece che due per verificare le positivitĂ . Di chi possiamo fidarci?

Di noi stessi della nostra capacità di essere attenti a noi stessi e alle nostre famiglie. Distanziamento, mascherine se servono, igiene, sono dettagli che sembrano piccoli ma che invece fanno tutta la differenza del Mondo. Fanno la differenza dall’abbassare di tanto i rischi di contagio all’innalzarli.

Dicevo prima dei medici, ma della politica vogliamo parlare? Mentre si consuma la “pantomima pubblica” ci sono mille cambiamenti radicali in atto, nel campo della tecnologia, nel settore finanziario.

Il 5G, per l’esplosione “necessaria” dell’uso digitale (smart-working, lezioni a distanza etc.) è ormai arrivato dappertutto. Ci sarà da rottamare vecchi smartphone, da comprarne di nuovi sempre più veloci e capaci di “anticipare” i nostri desideri.

Cassa Depositi e Prestiti è diventato il centro di riferimento di mille azioni finanziarie, persino quella di riportare Borsa Italiana in Italia. Parallelamente l’Italia è in vendita. Sono in vendita i migliori alberghi, ristoranti, isolette amene, marchi di fabbrica. La crisi sta mettendo a soqquadro il nostro patrimonio.

Di italiani restano solo i risparmi. Ma fino a quando? Fino a quando non assisteremo ad un “esproprio necessario” per risolvere i problemi del Paese quando la Pandemia sarà parte della storia e del passato?

E intanto si aspettano i Recovery Fund. Si aspettano come fossero manna dal cielo. Sono 209 miliardi, ma se penso che di nuovo debito, ne sono già stati spesi altri 100 di miliardi senza che nulla di concreto fosse fatto, qualche domanda me la faccio…