Si fa tanto parlare del fatto che la ripartenza dell’Europa, e quindi anche dell’Italia, post pandemia e relativa recessione passi anche, e soprattutto, dagli investimenti nella green economy.
Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il sapere su che progetti specifici puntare le risorse finanziarie messe a disposizione dall’Unione europea e dagli investitori istituzionali. Ad accorciare la distanza, appunto, tra il dire e il fare, arriva uno studio di EY dal titolo “A Green Covid-19 Recovery and Resilience Plan for Europe”.
L’indagine identifica i 1.000 progetti definiti dagli analisti di EY “pronti a partire” in tutti gli Stati membri dell’Unione europea, inclusa l’Italia, che hanno il potenziale per generare nell’immediato benefici economici, creare posti di lavoro e accelerare la transizione verso un’economia sostenibile a zero emissioni di gas serra.
Nella descrizione del piano viene sottolineato che si tratta di progetti già in fase di sviluppo e che con i dovuti fondi creerebbero già nel breve termine più di due milioni di posti di lavoro.
Inoltre, questo elenco rappresenta solo una frazione di tutti progetti green che sono in fase di sviluppo in Europa e che, se ricevessero i fondi, permetterebbero di impiegare in attività produttive e sostenibili tutti i 12 milioni di lavoratori a tempo pieno che hanno perso il loro lavoro a causa del Covid-19 nonché di creare opportunità per altri lavoratori.
Ma quanti fondi servirebbero per implementare questi progetti presentati come già pronti a partire? Lo studio di EY risponde anche a questa domanda. Secondo gli esperti sarebbero necessari, o meglio sufficienti, circa 200 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati equamente distribuiti in tutti i paesi dell’Unione europea.
In Italia i progetti individuati da EY sono complessivamente 95 di cui 29 nel settore energetico, 15 nei trasporti, 13 di progetti di uso del suolo e agricoltura, 23 per l’industria e l’economia circolare, 16 nelle costruzioni.
Un insieme di opportunità che fornirebbero anche un grande aiuto nella lotta alla disoccupazione, come dimostrano i numeri riportati nell’indagine di EY. Infatti, con questi progetti è previsto che si possano creare subito 120mila posti di lavoro.
“A Green Covid-19 Recovery and Resilience Plan for Europe” mostra come con un investimento da 200 miliardi di euro di fondi pubblici e privati equamente distribuiti in tutti i paesi dell’Ue potrebbe tamponare nel breve termine l’emorragia occupazionale, generando più di 2 milioni di posti di lavoro – sintetizza i risultati dello studio Roberto Giacomelli, associate partner del team Climate change and sustainability service di EY – compensando il 20% dei posti di lavoro persi con la crisi legata al Covid-19. Dal punto di vista del cambiamento climatico consisterebbe in un taglio complessivo delle emissioni di lungo termine di 2,3 gigatonnellate di CO2eq, rendendo più resiliente e competitiva l’economia europea”.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di ottobre del magazine Wall Street Italia