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BORSA USA: NON TUTTI SONO RIALZISTI

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(WSI) – Negli ultimi dodici mesi lo S&P500 si è mosso in un range ristretto compreso fra un massimo di 1245 e un minimo di 1136 punti, e ancora una volta abbiamo raggiunto l’estremo superiore di questo rettangolo, che ha già agito più volte da resistenza. Dal punto di vista tecnico, appare probabile che la formazione di un nuovo massimo su volumi consistenti conduca ad una estensione del rally fino alla fine dell’anno.

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Ma d’altro canto, un calo del mercato sotto i minimi a 1136 punti probabilmente segnalerebbe un ripristino del bear market iniziato ai primi del 2000. Nonostante l’attuale rialzo, crediamo che il mercato Orso presto riprenderà, e ciò sia per motivazioni tecniche che fondamentali.

Secondo noi, gli aspetti tecnici del rialzo sono quantomeno sospetti in termini di ampiezza, volume e numero di nuovi massimi e minimi giornalieri. In generale, l’ampiezza è stata molto più debole degli stessi indici, laddiove gli scambi non sono cresciuti unitamente alle azioni. Allo stesso tempo il numero dei nuovi minimi annuali rilevato giornalmente continua ad eccedere il numero dei nuovi massimi, anche oggi che lo S&P ha raggiunto l’estremo superiore del trading range. Il VIX è sceso a 11.25 punti, in prossimità dei minimi degli ultimi dieci anni.

Il sentiment è tornato nuovamente ottimistico con i rialzisti monitorati da Investors Intelligence che battono 53 a 23 (percento) i ribassisti. L’ottimismo dei gestori di fondi azionari è riflesso dal fatto che la liquidità in percentuale del patrimonio netto è scesa al 3.8%, il livello più basso degli ultimi 40 anni. Le attese di un rally di fine anno sono state ampiamente dibattute e anticipate, il che rende probabile che la liquidità sia già stata impiegata.

Il quadro deprimente dal punto di vista tecnico è esasperato da un rallentamento del mercato delle abitazioni, il tasso di risparmio negativo delle famiglie, il debito a livelli record, una spesa per consumi tiepida, la manovra restrittiva della Fed, il restringimento della curva dei rendimenti e per finire prezzi dell’energia ancora elevati. Senza l’effetto ricchezza generato dal rialzo dei prezzi degli immobili, le famiglie saranno costrette ad aumentare il tasso di risparmio, e ciò indurrà un rallentamento della spesa.

Dal momento in cui la spesa per consumi generalmente anticipa la produzione industriale di un intervallo variabile fra tre e nove mesi, e la spesa in conto capitale di 6-12 mesi, qualsiasi debolezza sul fronte dei consumi è probabile che si diffonda all’economia nel suo complesso. Ciò dovrebbe risultare altamente negativo per un mercato azionario ancora sopravvalutato che sta scontando una crescita ulteriore dell’economia.

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